Lys aprì la porta e trovò il taverniere sulla soglia.
La guardava tutta, con aria lasciva ed un sorriso sudicio.
Probabilmente le sue grida di piacere erano echeggiate in tutta la taverna.
“Buongiorno, madama...” disse quasi sbavando “... ecco... è ora di pranzo e volevo accertarmi che la signora non avesse fame...”
“Si si...” disse alzandosi Elv da terra “... si, sto bene...” scuotendo la testa per destarsi “... ho chiuso le finestre appena in tempo...” raccolse allora la fiala rotta, ma ancora intrisa del serio e riuscì a tagliare la catena di Gwen e poi quella di Ivan.
“Sei stato grande, Elv!” Esclamò Ivan.
Silvia fu piacevolmente sorpresa dalle parole di Dacey.
La ringraziò e andò via.
Ora la ragazza poteva attendere il crepuscolo senza nessuno che la controllasse.
Il pomeriggio trascorse lento, ma l'attesa di quell'incontro era viva, pulsante in lei.
Al tramonto molti dei servi erano impegnati perlopiù nelle cucine del palazzo, mentre i soldati si dedicavano ai turni di guardia.
Alcuni di essi per ordine del Maresciallo calarono giù il cadavere penzolante di Reddas dalla torre.
Infine, finalmente, giunse un magico crepuscolo su Chanty.
Il cavaliere ascoltò attentamente Altea.
“Si...” annuendo “... sono qui per reclamare la mia eredità e sono pronto a battermi per i miei diritti.” Prese la mano di Altea. “Io non so molto di maledizioni, ma come avete ben detto la mia stirpe è Cattolica da sempre...” stringendo la mano di lei nella sua “... non conosco altri fantasmi, se non quelli dell'anima, che tormentano... ma se vorrete, io vi sarò accanto... non solo per combattere i vostri spettri, ma anche per liberarvi da quel matrimonio bugiardo...” guardandola negli occhi “... se vorrete...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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