Discussione: Blaue Blume
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Vecchio 18-07-2017, 16.13.50   #83
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Lei era lì che mi guardava con i suoi occhi vuoti, gonfi di pianto, che cercavano chissà cosa fuori dalla finestra.
La osservavo attentamente, il modo in cui si tormentava le mani, il modo in cui respirava.
"Allora Chloe..." con la voce dolce e rassicurante che uso con lei "Come ti senti oggi?".
Era in cura da mesi ormai, eppure i miglioramenti erano pochi, la resistenza che operava la sua mente era qualcosa di incredibilmente potente, che la stava distruggendo piano piano.
Eppure era passato del tempo, da quando lui se n'è andato.
Oggi però sembra diversa, sembra nasconda qualcosa perfino, qualcosa che aveva paura di ammettere persino a se stessa.
Presi qualche appunto sul mio fogliettino, mentre la guardavo.
"Non lo so..." sussurrò appena, sempre guardando fuori.
Un lungo intente di silenzio che le lasciai assaporare, non volevo che si sentisse messa alle strette, era un animaletto fragile, un cucciolo ferito.
"Ti va di parlarmene?" le chiesi, dolcemente.
Lei restò ancora in silenzio e iniziò a stringersi tra le braccia, quasi fosse spaventata.
"Ho conosciuto uno..." disse, dopo quel lungo istante, lo disse come se per lei fosse una liberazione, una di quelle cose che poteva dire solo a me, che faticava ad ammettere persino a se stessa.
Io usai un tono di voce neutro, monocorde, che non implicasse alcun giudizio da parte mia.
Sapevo bene quali fossero i meccanismi della mente umana in casi come questo, sapevo che lei si stava tormentando per quelle nuove sensazioni che le sembravano ancora proibite, nonostante la recente rottura.
"Lui com'è?" le chiesi allora, dolcemente.
Solo allora lei mi guardò, mi guardò in un modo che mi ha sempre commosso, in quegli occhi stanchi e gonfi che avevo visto versare lacrime per mesi, che avevo salvato dalla disperazione più ossessiva, che avevo fatto in tutti i modi perchè non si spegnessero definitivamente, vidi una piccola luce.
Piccola e flebile ma una fiammella che, se alimentata, poteva riportarla alla vita.
"Lui è gentile, colto... abbiamo parlato di cinema e di arte..." sorrise piano, quasi senza accorgersene "Abbiamo mangiato in riva al mare.." sospirando.
Io la lasciai parlare, prendendo appunti sul mio taccuino.
Alla fine, dopo avermi raccontato tutto di quell'appuntamento improvvisato, uno di quelli in cui due persone si conoscono per caso ma non vogliono più lasciarsi andare, solo allora alzò di nuovo gli occhi su di me.
"Mi ha baciato.." sussurrò pianissimo, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.
Io la guardo, la guardo intensamente, con dolcezza e rassicurazione.
"È stato bello?" con tono simile allo sguardo.
"Sì, dottoressa..." annuendo, tra le lacrime "Bellissimo..".
"Allora perchè piangi, Chloe?" sorrido teneramente.
Il suo sguardo si poso in me, con tutta la sua fragilità, le sue paure, le sue speranze.
"Riuscirò a ricominciare?" con gli occhioni spalancati e terrorizzati "E se non dovessi riuscire a dimenticare? A tornare ad amare?".
Io allora le sorrisi.
"Ci sono qui io..." annuendo "Ci lavoreremo insieme, ho fiducia in te, Chloe..".
Lei mi guardò con un sorriso grato, che era il più bel regalo che potesse farmi.




Sorrisi a quel ricordo, lei era stata una delle mie pazienti più difficili, ma anche una delle mie vittorie più riuscite.
Ora lei e Carl erano felici, avevano una bellissima casa sul lago e un gatto di nome Mimi, un'adorabile bestiolina tutta bianca con una macchia nera.
Ogni tanto lei mi scriveva, mi raccontava, finalmente fuori da quell'incubo.
Sì, tornare ad occuparmi di Love Consulting dopo due anni di ambulatorio generico era davvero un toccasana, dopotutto quella era la mia specialità.
Viene troppo spesso sottovalutato il potere che ha l'amore nella mente delle persone, io invece l'ho sempre trovato affascinante, ed è per quello che ho preso quella specializzazione, quando tutte le mie compagne di università volevano studiare Criminologia.
"Tenetevi le menti dei criminali.." dicevo "Io preferisco quella degli innamorati..".
Ed era vero, oh se era vero, nulla mi affascinava di più che scoprire cosa l'amore poteva fare alla mente umana.
E la mente umana, tra il mio lavoro e il mio dono, è la mia passione.
Perciò sorrisi all'uomo che diceva di non vedere l'ora di nuove assunzioni, un sorriso professionale e distaccato, come si conveniva ad un'occasione del genere.
La donna accanto a me disse di chiamarsi Eva Green, e io dovetti usare il mio autocontrollo per restare impassibile.
Diamine non mi sembri proprio Eva Green...
Il mio lavoro mi portava ad analizzare i comportamenti di chi mi stava intorno, come se creasse profili psicologici in automatico.
Quella donna aveva un'ostentata sensualità, come se volesse metterla in mostra: il vestito, il sorriso.
Chissà cosa cercava veramente in questo posto, mi trovai a pensare.
La deformazione professionale degli psicologi: analizzare tutte le persona che capitano a tiro.
Restai comunque impassibile, con il mio guardo professionale e cortese posato sui due uomini, in attesa che mi dicessero qualcosa in più sul lavoro che mi aspettava.
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