Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 02-02-2010, 00.34.45   #157
Guisgard
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ARDEA DE' TADDEI

LXXXV

“Urlar li fa la pioggia come cani;
de l'un de' lati fanno a l'altro schermo;
volgonsi spesso i miseri profani.”
(La Divina Commedia, VI, 19)



Ardea e Biago, alle parole del locandiere, si scambiarono un’occhiata confusa ed incerta.
“Che storia è mai questa?” Chiese Ardea.
“E’ la verità” rispose stancamente il locandiere “e spesso appare più incredibile della fantasia.”
“Il fantasma di un cane!” Esclamò Biago. “Ho sentito sin da piccolo storie di spettri e fantasmi…di re, dame e cavalieri. Ma mai di un cane!”
Il locandiere accennò un ghigno che sapeva di beffa.
“Ma dove è sbucato fuori questo cane poi?” Chiese Ardea.
“Lady Grazia” rispose il locandiere “aveva un molosso a cui era molto affezionata. Era una gran donna, forte, risoluta, con un carattere indomabile. Aveva però una carenza che rendeva il suo vigoroso animo non sempre luminoso…era avara!”
“Si...” intervenne Ardea “...il duca mi raccontava spesso dei suoi vassalli e di lady Grazia diceva proprio questo.”
“Chi siete dunque, cavaliere?” Chiese il locandiere interrompendo il suo racconto.
“Sono un uomo inviato dal duca in questa contrada per controllare se tutto sia in ordine.”
“Allora avrete molto da fare, mio signore...” disse il locandiere “...visto che qui domina il disordine nella sua essenza più reale!”
“Continuate a dirci di lady Grazia e del suo molosso.” Disse Ardea.
“Lady Grazia non amava che qualcuno si avvicinasse al suo palazzo ed alle sue proprietà.” Riprese a raccontare il locandiere. “Non aveva molta fiducia nel suo prossimo.”
“Era cittadina del mondo allora!” Esclamò Biago.
“Si” rispose il locandiere “ed è normale essere diffidenti verso gli estranei…un po’ meno invece è esserlo verso i propri figli.”
“Che volete dire?” Chiese Ardea.
“Lady Grazia conosceva gli animi dei suoi figli” rispose il vecchio “e conosceva la loro avidità e l’astio che c’era fra di loro. Una volta uno dei suoi servi mi raccontò che ella evitava di fare testamento, per paura di essere uccisa!”
“Per l’Inferno!” Esclamò Biago.
“E quel cane quindi le serviva per difendersi dai suoi stessi figli?” Chiese incredulo Ardea.
“Si” rispose il locandiere “e per strana ed innaturale che possa sembrare è questa la nuda e cruda verità.”
“Salute.” Disse ironico Biago e scolò la sua coppa di vino.
“E dopo la morte di Lady Grazia” chiese Ardea “che fine ha fatto il suo cane? Parlate di un fantasma,quindi presumo sia morto.”
“Si.” Rispose il vecchio locandiere. “Morì poco dopo la sua padrona. Forse per la nostalgia.”
“Questo non faccio fatica a crederlo.” Intervenne Biago. “Spesso gli animali si sono dimostrati più umani di molti individui che ho conosciuto.”
“E da quando questo cane è tornato dall’Aldilà?” Chiese Ardea con sarcasmo.
“Poco dopo essere morto.” Rispose il vecchio. “Appena gli scontri tra i figli di lady Grazia si fecero più violenti.”
“Si contendono le sue proprietà, immagino.” Disse Ardea.
“Ed il potere su Frattagrande.” Aggiunse il locandiere.
“Questo sarà il duca a deciderlo.” Sentenziò Ardea.
Il locandiere lo fissò senza dire nulla.
“Comunque” intervenne ancora Biago “questa storia è assurda! Non può esserci il fantasma di un cane. Tutti sanno che gli animali non hanno un’anima!”
“L’Inferno ha molti orrori inspiegabili per noi mortali.” Rispose il locandiere.
“L’Inferno ha molti orrori.” Disse Ardea. “Proprio come la follia umana.”
“Ma dove appare questo fantasma?” Chiese Biago.
“Ogni notte nella brughiera” rispose il vecchio “e si aggira attorno al palazzo di lady Grazia. E chiunque abbia la sventura di incontrarlo finisce sbranato. E oggi ne avete avuto testimonianza.”
“Un fantasma che sbrana…” Ripeté Biago.
“E’ come se la gran duchessa l’avesse inviato dall’Aldilà per evitare che i figli possano mettersi d’accordo sulla sua eredità!” Disse il vecchio con gli occhi spalancati dal terrore.
“Tutto ciò è assurdo...” Disse Ardea.
“Eppure lo abbiamo sentito nella brughiera, ricordi?” Intervenne Biago.
Ardea si avvicinò alla finestra e cominciò ad osservare l’oscurità della notte.
“Si, qualcosa deve esserci la fuori nel buio...” disse scrutando l’immensità della notte “...qualcosa che sembra voler tormentare i vivi attraverso i supplizi dei morti...”
Un rintocco di campana si diffuse in quel momento per le strade di Fattagrande, come se stesse indicando l’ora più oscura e misteriosa della notte.
L’ora in cui i morti ritornano per perseguitare i vivi.


(Continua...)
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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