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Vecchio 09-12-2013, 17.16.18   #1
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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I Pilastri di Afravalone

Prologo

“Dopo che i tre continenti oggi perduti furono sommersi dagli Oceani, fiorì agli albori del mondo che noi oggi conosciamo la grandiosa civiltà Afravoliana.
A Settentrione si estende la lussureggiante e sterminata foresta di Greenwood, che giunge fino ai margini del terribile e venefico Gorgo del Lagno, infestato da creature mostruose e da ogni sorta di pericolo.
Ad Oriente invece sorgono le inospitali zone montuose, popolate da robuste stirpi barbariche che per vivere forniscono guerrieri mercenari agli eserciti dei paesi civilizzati.
A Meridione poi le grandi strade, aperte dagli antichi generali e dai primi mercanti, che corrono fin verso il mare, segnate da torri e fortezze nei cui meandri tenebrosi si celano orrori inimmaginabili e misteriosi.
A Occidente, infine, vi è il cuore pulsante di questo mondo, con le sue nazioni civilizzate e decadenti.
Principati custoditi da nobili e crudeli cavalieri vestiti di ferro e seta, contee ribollenti d'intrighi, città-stato dalle donne lascive e dai palazzi pieni di tesori, ducati fatti di manieri imprendibili e chiese intrise di icone ed incenso.
Ma il centro di questo mondo meraviglioso e terribile è la splendida capitale di Afravalone.
Famosa per le sue opere d'arte, le sue bellissime donne e le sue invincibili milizie mercenarie.
Posta ai confini tra il mondo ed il sogno, immersa in un perenne crepuscolo in bilico tra i colori del giorno e i misteri della notte, si mostra ai visitatori questa inconcepibile capitale religiosa.
Viaggiatori, pellegrini e soldati di ventura la intravedono talvolta sul far della sera, dopo certi tramonti incantati, quando gli ultimi raggi del Sole morente traggono sfolgoranti balenii dalle cupole e dalle guglie d'oro e d'avorio scambiate per nuvole.
O quando le infinite luci dei suoi palazzi e delle sue torri, simili a riflessi d'agata e d'onice, sembrano confondersi col perenne scintillio del firmamento.
Afravalone sorge in una vasta pianura, protetta dai venti della Terra e da miraggi secolari.
Ma il suo splendore e la sua magnificenza lottano ogni giorno ed ogni notte sull'orlo delle illusioni e su sterminati e cupi abissi.
Sotto le sue mura ci si può giungere solo dopo essere fuggiti alla ricerca dei propri desideri e della propria felicità.
Ma chi non crede alla sua esistenza ed al suo potere, allora può smarrirsi e imbattersi nella sua antitesi, Liberya, su cui regna la Triade della Ragione...”



I Pilastri di Afravalone


Quadro I: Venditori di sogni


“Era uno di quei ritratti fatti in modo che, quando vi muovete, gli occhi vi seguono. IL GRANDE FRATELLO VI GUARDA, diceva la scritta in basso.”

(George Orwell, 1984)



Tra le insegne al neon, i cartelloni luminosi e gli schermi animati dei negozi di giocattoli e videogiochi dominava la medesima pubblicità, che sembrava attirare i passanti come la luce fa con le falene.
Era dappertutto.
Nelle strade, nei locali, sui mezzi di trasporto pubblico, nelle stazioni e persino nelle piazze principali, trasmessa da monitor montati in comodi e pratici stand.
Nel vedere quella pubblicità alcuni ridevano, altri inveivano, altri ancora fingevano di guardarla ma solo per curiosità.
Ma tra essi molti apparivano rapiti da quelle parole.
La donna in full motion, dai tratti vagamente orientali e abbigliata in modo gotico, pareva fissare ciascuno di quei passanti negli occhi.
Come se il suo sguardo, enigmatico ed etereo, fosse in grado di raggiungere quello di ognuna di quelle persone.
E dagli occhi giungere poi al loro cuore.
“Non lasciare morire i tuoi sogni...” diceva la
donna virtuale, come se conoscesse da sempre l'ipotetico destinatario collettivo di quel messaggio “... qualsiasi fiore, per bello che sia, può appassire nel nulla senza luce e slanci... le cose preziose vanno custodite, perchè ad esse è legata la nostra felicità... non lasciare che volino via o che si spengano... custodisci i tuoi desideri e i tuoi sogni... non chiuderli nei cassetti della tua insoddisfazione... non fare compromessi con la tua gioia... portali a noi quei sogni... e noi li renderemo vivi... noi alla Fum Soft ti stiamo aspettando... abbiamo una vita nuova per te, la tua... ma per renderla reale abbiamo bisogno dei tuoi slanci e dei tuoi sogni... cosa ti occorre per sentirti vivo? Avventura? Rischio? Potere? Ricchezza? Celebrità? Bellezza? Amore? Possiamo darti tutto questo... vieni, aspettiamo solo te... vieni, il mondo di Afravalone ha aperto le sue porte per te...”
E un immenso maxi schermo faceva bella mostra di sé proprio davanti alla sede della Fum Soft, dove quella pubblicità che prometteva di vivere i propri sogni si ripeteva all'infinito.




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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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