Alle volte, caro ser Guisgard, il confine tra il giorno e la notte è la debole frontiera dello spirito...il mio, come il vostro si espande nel pallore livido della memoria, ove gli occhi custodiscono il tempo che ci viene rubato e nel sogno, ove si abbarbica l'avvenire, l'ideale, l'essenziale. Siamo fatti di giorni che tramontano e dileguano via, di notti che rischiarano e accolgono nuove albe...contiamo le stelle, nostalgici e bramiamo il sole, quando il fondo tenebroso dei pensieri è troppo scuro. Siamo ombre alla fioca luce di una candela: è la poesia dei contrasti...la chimica degli elementi. Anche l'amore ha lucore e tenebra. Di giorno concede le sue visioni, di notte le sue sensazioni...Così, gentile cavaliere, non screditate il giorno, anche quando accusa due amanti di restare e non siate accondiscendente solo con la notte, anche essa alle volte sa essere breve! Quanto alle vostre colline...affinate lo sguardo!