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Vecchio 09-01-2017, 20.04.00   #15
Dacey Starklan
Cittadino di Camelot
 
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Dacey Starklan è sulla buona strada
Dieci anni era passati da quando io e mio fratello eravamo scappati dall'orfanatrofio di San Giovanni.
Dieci anni da quando avevamo lasciato la città senza nulla se non noi stessi.

" Buonasera Sorella, io e mia moglie qui desideriamo prendere un ragazzo a vivere con noi. Abbiamo una falegnameria e poiché il Buon Dio non ci ha concesso dei figli nostri, abbiamo pensato di venire qui. Cerchiamo un ragazzo in gamba, dall'indole buona, di corporatura robusta però, così potrà aiutarmi nel lavoro. Lei mi capisce vero?"
"Ma naturalmente, prego seguitemi. A quest'ora i nostri ragazzi e ragazze stanno giocando nel cortile interno, bisogna approfittare di giornate soleggiare come queste non credete anche voi?"
" Si, Sorella. Avete di certo ragione" disse la donna che finora non aveva aperto bocca e seguiva il marito con reverenziale timore.
Il terzetto raggiunse il cortile dove noi stavamo tutti giocando. A quell'epoca c'erano una quarantina di bambini, o almeno così mi pareva. Era difficile tenere la conta, c'era sempre chi andava e chi veniva.
Io me ne stavo seduta su un muretto a osservare mio fratello, più piccolo di me di tre anni, che giocava con alcuni suoi coetanei con un pallone di stoffa tutto rattoppato.
Non era il mio forte il cucito, con grande rammarico di Suor Grimilde, e infatti la palla che avevo cucito, a fuori di calci e riprese, iniziava a mostrare segni di cedimento nelle cuciture che non facevano che allargarsi.
Chiusi gli occhi quando Amit, mio fratello, tirò un calcio così forte che il pallone si aprì praticamente a me rivelando il suo contenuto di stracci.
Qualcuno rise e solo allora mi accorsi che due estranei ci stavano osservando. E io osservai loro.
Lui era un uomo baffuto, alto e possente, con le braccia più spesse che avessi mai visto, rosso di capelli e sulle gote mentre lei pareva una bambina tanto era magrolina ma il volto aveva bei lineamenti. Il pallore del volto della donna mi fece pensare ad una lunga malattia di qualche sorta.
Le malattie erano così frequenti anche tra le persone apparentemente di buona costituzione. Era stata una malattia a portarci via la mamma, due anni prima, quando io avevo solo undici anni.
L'uomo baffuto si avvicinò a mio fratello, lo fissò negli occhi, gli tastò un braccio e poi gli esaminò i denti, proprio come si usava fare coi cavalli, quindi gli chiese il nome.
Ricordo la smorfia di entrambi i coniugi quando il mio fratelli disse "Amit" in tono confuso.
"Oh beh, si può sempre cambiare in un nome più cristiano..." bofonciò l'uomo baffuto e tornò verso la suora, i due confabularono un po' quindi si allontanarono seguiti dalla donna minuta.
Non era la prima volta che vedevo una scena simile e sperai solo di sbagliarmi. Ma più tardi la stessa suora si premurò che Amit si lavasse per bene e si vestisse con il suo abito della Domenica. E fui sicura. Sicura che me lo avrebbero portato via.
Non potevo permetterlo e così prima della cena preparai rapida una borsa con le nostre poche cose e preso per mano Amit scattaiolammo fuori.
Fuori, nell'ignoto. Non conoscevamo la città. Eravamo arrivati da poco quando mia madre si ammalò e morì.
Dentro di me sentivo crescere la paura e il dubbio. Forse non avremmo dovuto lasciare l'orfanatrofio.
Ma poi guardai Amit negli occhi e ogni dubbio scomparve. Eravamo una famiglia e dovevamo restare insieme. A ogni costo.

"Amit sbrigati o perderemo il poco di folla che si sta radurando e addio soldi per raggiungere la Capitale.
Mio fratello fece una smorfia come faceva sempre quando lo rimproveravo, anche per qualcosa di piccolo e mi raggiunse.
Sistemai a terra una sacca in cui la gente avrebbe, si sperava, buttato qualche moneta e non appena sentii le prime note iniziai a cantare.
Una canzone che sentivo sempre da mia madre, una canzone d'amore. Un amore clandestino, che può realizzarsi solo con la morte dei due amanti.
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O mio compagno di vita, l'attesa è quasi finita
Guarda, la destinazione d'amore sta chiamando a noi
Colui che ho chiesto in preghiera, Sei la stessa guida
E' molto difficile camminare anche un solo passo senza di te
Senza di te, non c'è alcuna destinazione di amore per me
O mio compagno di vita, l'attesa è quasi finita
la destinazione d'amore sta chiamando a noi
Né sono io infedele né c'è meno quantità di amore tra noi
E' solo che i nostri destini sono completamente differenti
Come possiamo raggiungere la destinazione d'amore allora?
O mio compagno di vita, l'attesa è quasi finita
la destinazione d'amore sta chiamando a noi





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It is saying that if you really desire something from the heart ... then the whole universe will work towards getting you that

Dacey "Karishma" Starklan

Ultima modifica di Dacey Starklan : 09-01-2017 alle ore 20.53.54.
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