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Vecchio 29-03-2011, 15.10.40   #5
Emrys
Cittadino di Camelot
 
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Residenza: in una grotta tra le montagne (per davvero tra le montagne, ma la magione è assai più comoda)
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Emrys sarà presto famoso
[L'INCHIOSTRO, L'ARPA E IL FUOCO]


L'inverno a Camelot è una vera noia! Pensò tutt'ad un tratto Lady Morrigan, avvicinandosi al camino della sala grande, nel Palazzo delle Arti. È una noia mortale solo per le donne, naturalmente! Gli uomini, almeno, un po' per scaldarsi, un po' per tenersi in movimento, e un po' per evitare il
menage familiare, riescono a trovare delle ottime scuse per scorazzare nei dintorni della città: un giorno simulano azioni di guerra e un'altro giorno organizzano una battuta di caccia (caccia al nulla, visto che la selvaggina scarseggia!). Ad onor del vero, quasi tutti gli uomini si dedicano anche a lavori di manutezione o di costruzione: i cavalieri, però, partecipano volentieri solo a quelli che riguardano il restauro e l'ampliamento delle difese.
E le donne, come al solito, relegate (per sicurezza!) alle loro attività; recluse all'interno delle case o dei palazzi, nonostante in molte di loro alberghi la forza e il coraggio di una combattente o l'ingegno di un'abile stratega o di una mente ricca di innovazioni architettoniche o semplicemente l'impegno e la costanza, abbinata a volenterose braccia in grado di portare a termine gli stessi incarichi degli uomini.
Quand'è, si chiese Lady Morrigan, che le popolazioni di questo pianeta capiranno che, per accelerare il loro sviluppo e la loro evoluzione, dovrebbero attingere a tutto il loro potenziale?
La domanda era retorica, ovviamente, perché a lei era ben nota la risposta!
È così difficile per i poveri mortali comprendere la natura degli dèi. Per esempio, loro si limitano a vedere Lady Morrigan, qui, davanti ai loro occhi, eppure, lei vive contemporaneamente in altri luoghi e in altri tempi o al di fuori di ogni luogo, al principio o alla fine del Tempo (che è un concetto umano, non divino!).
Lady Morrigan pensò a sé stessa, lì, nel Palazzo delle Arti, e al motivo che la tratteneva ancora a Camelot. Pensò alla sua scelta di vivere per un po' come una mortale tra i mortali, violentando facilmente la sua natura e limitando i suoi poteri. Più difficile, invece, le risultava contenere il suo spirito battagliero. Anche se, in realtà, vi era riuscita spesso: come quando si trattenne dal volare sulla costa, per fare a brandelli con le nude mani quell'essere abominevole di nome Virno. Era certa, invece, che non avrebbe mai potuto trasformarsi in una dama mansueta e dedicarsi, magari, alla preparazione di golosi manicaretti, per far venire l'acquolina in bocca a qualche cavaliere.
Cercò di pensare ad altro, mentre arrotolava e gettava nel fuoco il misterioso messaggio recapitatole qualche ora prima, quando lei, Lady Dafne e Lady Talia, si stavano dirigendo verso la sala, per trascorrere un po' di tempo assieme.
Ed eccole lì, le sue compagne!
Lady Morrigan le osservò con affetto: con l'affetto di una madre, per le creature che contribuì a creare, e con l'affetto dell'amicizia che legava tutte e tre.
Si soffermò ad osservare Lady Dafne, seduta allo scrittoio, vicino ad una delle finestre della sala. Lady Dafne aveva promesso una nuova storia per le sue amiche e se non fosse stato per l'ipnotico andirivieni della penna d'oca sulla pergamena o per il rapido volo della mano dal foglio al calamaio e viceversa, la si poteva scambiare per una statua. E il suo sguardo... Non stava osservando il dipanarsi dei pensieri e delle immagini, mentre seguivano il filo colorato dell'inchiostro che le registrava in astratte parole su quella superficie che, lentamente, le assorbiva e le faceva proprie. Il suo sguardo si spingeva oltre; sembrava scandagliare l'intero universo, alla ricerca del punto d'origine; e lì, in quel luogo minuscolo, in una luce accecante, contemplava le immagini e i suoni di ogni evento o di ogni possibile evento: del passato, del futuro, di questo universo o degli universi alternativi (alcuni dei quali creati da lei stessa, a sua insaputa).
E una piccola scintilla, di quello stesso puntino luminoso, brillava anche in Lady Dafne e, a dire il vero, in tutti gli esseri: un dono che Morrigan, la dea, elargì all'inizio dei tempi, assieme agli altri dèi e per volontà di un entità superiore e sconosciuta: anche a lei. Un dono che gli esseri umani non sono ancora coscienti di possedere.
E un'altra scintilla brillava in Lady Talia che si trovava poco più in là, con la sua arpa, nella posizione che lei stessa individuò tempo addietro e che permetteva di sfruttare l'orditura lignea del soffitto e delle pareti, per assicurare un suono avvolgente ed una percezione acustica omogenea ed estremamente chiara in ogni punto della sala. Lady Talia era seduta sul suo sgabello a tre piedi, con gli occhi chiusi e l'arpa appoggiata nell'incavo della spalla sinistra. Le sue mani si muovevano con grazia squisita: flessuose, morbide, anch'esse ipnotiche. Sfioravano appena le corde dello strumento, ricavandone una melodia straordinaria: una sua composizione, naturalmente!
Lady Morrigan si rilassò; si lasciò trasportare dalle note e si accomodò nuovamente davanti al camino, osservando le fiamme danzare.
Non ci volle molto tempo, prima che queste cominciassero a prendere vita e forme.
Dapprima, un drago... Tuttavia, vedere un drago tra le lingue di un fuoco è normale, quasi banale. Ma vederlo sputare altre fiamme, d'un bianco incandescente bordato di rosso, e, lì accanto, dove queste giungevano, vedere altre lingue infuocate dare forma e vita ad un cavaliere, che si proteggeva con uno scudo e contrattaccava con una lancia: no, questo non era né banale, né normale!
E il tutto sembrava vibrare all'unisono con le note di Lady Talia. Di più: sembrava prendere vita da quelle note.
E Lady Morrigan, che poco prima aveva ricordato la creazione di questo universo, si ritrovò nel coro degli dèi, intenta a contribuire a tutto ciò che è, che è stato e che sarà. A fondere o a sovrapporre le sue note a quelle degli altri suoi simili e a quelle dell'entità superiore, fonte di tutto. Oppure in una pausa di silenzio, per riprendere fiato, mentre ascoltava il canto della creazione.
Quelle note. Quello strumento.
Quell'arpa era unica. Non esisteva nulla di simile in tutto il regno. A dirla tutta, non esisteva nulla di simile in tutto il pianeta: non ancora!
Era un dono di Merlino per Lady Talia. Quell'irritante essere (Morrigan ne era sicura: non era figlio delle sue note!) l'aveva costruita sul modello di una visione. Una visione del futuro, naturalmente!
Uno strumento così esisterà solo tra un migliaio d'anni. Un'arpa più grande di quelle in uso in questo tempo, con più corde e, soprattutto, sottilissime: di metallo, non di budello di pecora.
Lady Morrigan stava ancora chiedendosi se le immagini che danzavano nel camino non fossero il frutto di qualche incantesimo, quando le fiamme pulsarono, pretendendo la sua attenzione...
Lady Morrigan si protese in avanti e si concentrò sulla scena.
Cercava di comprendere la natura di quella visione. Era simbolica? Forse il drago rappresentava i sassoni e il cavaliere Camelot. Oppure era una visione della realtà? E di quale universo? Di questo o di una delle dimensioni parallele ad esso?
Il cavaliere, nel frattempo, aveva perso la lancia ed arretrava, rintuzzato dai colpi di coda del drago.
E il suo volto... A Morrigan, la dea, sono noti i volti di tutti gli esseri umani, di ogni tempo e di ogni luogo. E il volto di quell'uomo le era ancora più familiare.
Quando lo riconobbe, trattenne il fiato, sgomenta: una sensazione inusuale per lei.
Quel giovane! Il giovane cavaliere giunto dal lontano Tirolo! Il solo ed unico amore di Lady Dafne! Sir...
Stava per pronunciare il suo nome, quando un grido disperato attirò la sua attenzione, mentre tra le fiamme, nel camino, il cavaliere veniva ferito ad una coscia da un colpo di coda del drago e dai terribili aculei all'estremità della stessa.
Lady Dafne! Pallidissima. La mano sinistra premuta sul petto e la destra sulla bocca, a trattenere un altro grido...
Durò solo pochi istanti: il tempo necessario affiché le sue compagne accorressero da lei.
"Lady Dafne, non vi sentite bene?" - chiesero all'unisono.
"Che sciocca!" - esclamò lei, riprendendo fiato e colore. "Perdonatemi! Ero così immersa nella trama del mio racconto, da farmi coinvolgere e spaventare".
"Dev'essere davvero avvincente, allora!" - cercò di sdrammatizzare Lady Morrigan.
"Oh, vi prego, vi prego, Lady Dafne, leggeteci la vostra storia..." - supplicò Lady Talia, che non si accorse di quanto Lady Morrigan fosse tesa, in realtà.
"Ma non è terminata!" - protestò Lady Dafne.
"Oh, suvvia, la terminerete a voce. E nei vostri Annali la registrerete più tardi: io non resisto più!" - aggiunse Lady Talia, fingendosi sul punto di piagnucolare!
"E sia!" - disse, arrendendosi, Lady Dafne.
Si disposero in cerchio davanti al camino e Lady Morrigan procurò di volgere le spalle al fuoco. Quindi, dopo una calcolata pausa di silenzio, Lady Dafne iniziò a leggere: "L'inverno a Camelot è una vera noia! Pensò tutt'ad un tratto Lady Morrigan..."
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Se a ciascun l'interno affanno
si leggesse in fronte scritto, quanti mai, che invidia fanno, ci farebbero pietà! (Metastasio)

Ultima modifica di Hastatus77 : 29-03-2011 alle ore 21.19.56.
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