Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 01-09-2009, 02.13.03   #2
Guisgard
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ARDEA DE' TADDEI

II


"Quell'immagine, ferma nella penombra,
mi fissava con tenere sorriso, come se non
avessi più nulla da temere. Poi, vistomi scattare,
svanì, come etereo sogno alla prima luce del giorno."
(I racc d Pall Lun d Sett, III, 11)


In breve quegli uomini armati raggiunsero i due ragazzi.
Avevano tutti la stessa uniforme, una lunga giubba che copriva la cotta di maglia con un elmo senza visiera, tranne colui che li guidava e che sembrava esserne il capo.
L’uomo aveva ricoperto il corpo da una dura cotta di maglia e sulle spalle, braccia e lungo le ginocchia, da una pesante armatura. Il capo era celato da un possente elmo ornato di un pennacchio rossastro e consumato.
“Avete visto passare da queste parti un uomo in fuga e ferito?” Esordì il cavaliere con tono solenne. “Si tratta di un traditore della corona ed è molto pericoloso!”
Ardea nell’ascoltarlo ne scrutò con attenzione l’aspetto e lo sguardo.
Karim invece era troppo spaventato per dire o anche solamente pensare qualcosa.
“I villani sono stupidi sin dalla fanciullezza!” Disse sprezzante il cavaliere voltandosi verso i suoi.
Poi, spazientito quanto scortese, tuonò ai due ragazzi:
“Per la barba del demonio! Capite la lingua in cui vi parlo o siete solo semplicemente tonti?”
“Messere, comprendiamo benissimo la vostra lingua ed i vostri modi e con essi il vostro rango.” Rispose fingendo soggezione Ardea.
“Allora parlate, maledetti bifolchi!”
“Perdonate, mio signore, ma le vostre parole hanno destato in noi grossi timori.”
“Non temete, miserabili! Se sapete qualcosa ditelo senza indugio così che quel maiale possa cadere presto nelle nostre mani!”
“In verità noi vedemmo un uomo in fuga passare oggi da qui” rispose Ardea “ma non comprendemmo che si trattasse di un simile reo.”
“Dove l’avete visto?” Chiese con rabbia il cavaliere.
“Verso l’inizio di questo sentiero, dove la campagna cede il passo al folto bosco.”
“E’ fuggito quindi verso il bosco, quel cane!” L’interruppe il cavaliere.
“No, messere” rispose lesto Ardea “egli vedendoci ha repentinamente cambiato strada. Solo ora ne comprendo il motivo.”
“E dove era diretto?”
“Verso le colline che aprono poi la via verso i monti.”
“Quel verme si è messo in trappola da solo! Sei sicuro che abbia preso quella direzione? Aveva con se un cavallo?”
“Si, signore, era proprio diretto verso la via per i monti e non aveva alcun cavallo con se.”
“Allora non potrà sfuggirci!”
“Messere, credete sia pericoloso? Qui vicino c’è il nostro borgo.” Chiese Ardea, fingendosi intimorito.
“Al diavolo! A voi villani è la peste o la carestia che vi farà marcire, non i traditori! E comunque, da quel che mi hai raccontato, quel maledetto ha preso tutt’altra via!”
Detto questo, il cavaliere fece cenno ai suoi e l’intera brigata si diresse verso la via indicatagli dal fanciullo.
Quando poi furono scomparsi tra la vegetazione e la polvere che avevano alzato i loro cavalli, Ardea scoppiò in una lunga risata che tradiva profonda soddisfazione.
“Folle e più folle io che ti vengo dietro! Cos’hai da ridere ora?” Esordì come intontito Karim.
“E’ stato un gioco da ragazzi sviarli verso quella solitaria via” rispose divertito Ardea “ora che è prossima la sera, si perderanno per bene, tra il buio e la loro insolenza!”
“Tu sei pazzo! Quelli sono cavalieri e se scoprono che li hai giocati torneranno a farci la pelle!”
“Non torneranno, tranquillo!” Sentenziò sicuro Ardea. “Ora affrettiamoci che è quasi buio e voglio passare prima presso il vecchio cimitero.
A quell’affermazione, Karim si sentì attraversare le membra da un brivido.
Ma il suo amico non se ne curò e raggiunse in breve l’austero luogo.
Ma appena giunti presso quelle antiche tombe, qualcosa scosse profondamente i due ragazzi.
Accanto ad una grossa croce di pietra che emergeva dal terreno, stava distesa, come addormentata o forse morta, una misteriosa figura.
A quella vista Karim scappò via. Il suo amico l’avrebbe senza dubbio seguito se non fosse stato vinto da una forte curiosità.
Così, dopo un attimo di incertezza, Ardea si avvicinò alla strana figura. La osservò da vicino, cercando di scrutarne il volto sotto il nero cappuccio che gli copriva il capo. Ma proprio in quel momento, con un rapido gesto, la figura afferrò per un braccio il ragazzo, che per la paura sentì la voce soffocarsi nel petto.
Mentre tutt'intorno il cielo iniziò ad essere attraversato dai sinistri sibili del vento.


(Continua...)
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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