Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 28-06-2010, 02.55.46   #170
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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ARDEA DE' TADDEI

“La bestia è l’illusione.
L’illusione è il peccato.
Il peccato è la morte.”
(Lattanzio)


Gli occhi come due luci fisse e scintillanti.
Il pelo lucidissimo e di uno spettrale chiarore.
Quella bestia li fissava come se li conoscesse da sempre.
Come se fosse li ad attenderli dalla notte dei tempi.
Ringhiava ed alitava con viva ferocia.
“Non... muovetevi.” Intimò con voce quasi impercettibile Ardea a Parzia.
Gli occhi del molosso erano fissi su di loro.
Pochi passi li dividevano da quella assurda visione.
Ardea lasciò scivolare lenta la mano lungo l’elsa di Parusia.
La sua paura, il suo timore, erano dettati dalla vicinanza della giovane.
Se avesse fatto una mossa falsa, incerta o titubante, quel robusto molosso sarebbe balzato su di loro in un attimo.
La giovane si teneva stretta al cavaliere tremando come se fosse in preda alla paura più pura ed assoluta.
Ad un tratto, vinta dalla tensione e dall’terrore, Parzia lanciò un grido di paura.
La belva allora si lanciò verso di loro ringhiando.
Ardea, lesto, allontanò con una mano la giovane da sé e con l’altra estrasse Parusia.
Un attimo dopo il terrificante molosso era su di lui.
Ma rapido quel cane scattò, come se rimbalzasse, dal corpo del cavaliere e si ritrovò alle spalle di questi.
Riprese a fissare la sua preda ed a ringhiare. Stavolta con ancora più vigore.
Era ormai pronto ad un nuovo balzo verso il cavaliere che, dal canto suo, l’attendeva con la fedele spada in pugno.
Ma proprio in quell’istante, un fischio lontano interruppe quella macabra attesa che separava la belva e l’eroe dal loro scontro.
Il molosso, richiamato da quel suono, obbediente si lanciò nell’oscurità della brughiera, sparendo all’istante, come se davvero l’Aldilà l’avesse inghiottito.
Ardea rimase stupito.
Ma quasi nello stesso istante si voltò verso Parzia, che era a terra, come sconvolta.
“Come state, damigella?” Chiese il cavaliere.
La ragazza fissava il vuoto senza rispondere nulla.
“Parzia, mi sentite?” Gridò Ardea. “Come state?”
La scuoteva e la chiamava con forza, senza però che la giovane mostrasse segni di coscienza.
“Parzia, in nome del Cielo, rispondetemi!”
A quell’ennesima invocazione, la giovane lanciò un grido e cominciò a piangere forte, come se fosse stata appena destata dal peggiore degli incubi.
Si strinse forte al cavaliere e continuò a piangere senza sosta.
“Avanti...” cominciò a dire Ardea per rassicurarla “... è tutto finito. Ora torneremo al palazzo.”
In quel momento si udirono cavalli e voci.
E dal buio della brughiera emersero alcune persone a cavallo.
“Parzia!” Gridò Maria. “Cosa ti è successo?”
Scese da cavallo e corse ad abbracciare la sorella tremante.
Il resto dei nuovi arrivati era composto da Luigi, Biago e tre servitori.
“Cosa è accaduto, cavaliere?” Chiese turbato Luigi ad Ardea.
“Siamo stati assaliti da una strana bestia, milord.” Rispose Ardea.
“Che bestia?” Chiese Luigi.
“Una belva che sembrava essere giunta dall’Oltretomba.”
Luigi sbiancò.
“Siete folle a condurre mia sorella a quest’ora nella brughiera!” Disse Maria ad Ardea, mentre stringeva tra le lacrime la giovane sorella.
“E’ stata Parzia a voler uscire a cavallo...” intervenne Luigi “... nonostante si approssimasse il tramonto!”
“Si!” Ribatté inviperita Maria. “Ma il buonsenso me l’aspetto da un cavaliere, non da una ragazzina!”
“Avete ragione, milady...” intervenne Ardea “... avrei dovuto far desistere vostra sorella da tale proposito. Perdonatemi.”
“Ora torniamo tutti al palazzo.” disse Luigi. “Restare nel cuore della brughiera in piena notte non è certo sicuro.”
Montarono allora tutti a cavallo, apprestandosi a far ritorno al palazzo.
“Come stai?” Chiese Biago ad Ardea.
“Quando ho visto quella bestia” rispose Ardea “ho temuto il peggio.”
I cavalli furono poi spronati e l’intera compagnia si diresse al palazzo, abbandonando, per quella notte, la brughiera ed i misteri che custodiva nel suo seno.


(Continua...)
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