Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 10-02-2010, 01.48.17   #162
Guisgard
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ARDEA DE' TADDEI

LXXXVIII

"La tentazione ha sempre l'immagine di una donna."
(Anoonimo)


Lo stalliere si avvicinò alla tavola ed attese in silenzio un gesto che non tardò ad arrivare.
Maria chiese di essere scusata e si allontanò con Giovanni.
“Sicuramente avrete udito di ciò che accade di notte qui a Frattagrande...” Disse Parzia.
“Ogni luogo ha i suoi miti e le sue leggende.” Rispose Ardea.
“Si...” ribatté Parzia “...ma qui ci sono stati anche i morti. E quelli non sono miti o leggende.”
“Parzia...” intervenne visibilmente infastidito Luigi “...smettila di rovinarci il pasto con questi tuoi discorsi.”
“Damigella...” disse Ardea “...le morti che sono avvenute qui a Frattagrande sono reali, purtroppo. E solo quelle a me interessano.”
“Ma Frattagrande” intervenne Maria che era appena ritornata nella sala “non è solo un luogo di leggende e paure, cavaliere. E spero che il vostro soggiorno qui a Frattagrande renda merito a questo.”
La colazione continuò allora con discorsi più futili e leggeri, senza però che quell’angoscia, mista ad un senso di apatia, abbandonasse i presenti.
Il giorno poi trascorse senza slanci o accadimenti particolari, con Ardea e Biago condotti a visitare il palazzo dei Mussoni da Luigi, in veste di un Cicerone d’eccezione.
“La nobile ed antica stirpe dei Mussoni” raccontava Luigi con il tono di chi mischia austerità, soddisfazione ed un velato filo di nostalgia “è antica quasi come l’intero regno. E questo palazzo ne é testimonianza con ogni suo muro ed ogni sua pietra.”
“Perdonate” prese a dire Ardea “se mi occupo di argomenti intimamente legati alla vostra nobile famiglia, ma è il mio ruolo ad imporlo, milord.”
“Comprendo, cavaliere.” Rispose Luigi intuendo dove il suo ospite voleva andare a parare.
“Come pensate di risolvere le contese tra voi eredi?” Chiese Ardea. “Frattagrande è nel caos da troppo tempo.”
“Putroppo” rispose Luigi “nostra madre, che riposi in pace, non ha lasciato alcuna volontà testamentaria. Non designò quindi eredi ed ora tutto è alla mercé dell’avidità umana.”
“Eppure stento a credere” disse Ardea “che una donna come la granduchessa possa essere stata così avventata. Era una donna capace ed accorta nella gestione del suo feudo. E’ davvero singolare che non ci siano state sue disposizioni in merito alla successione.”
“E’ quanto pensiamo noi tutti, cavaliere” rispose Luigi “e tutte le nostre sciagure sono cominciate allora.”
“Riguardo invece a quelle strane voci” chiese Ardea “cosa potete dirmi?”
“Di cosa parlate, messere?”
“Di ciò che si dice attorno a quelle morti avvenute qui.”
“Non ditemi che avete creduto a quelle assurdità!” Rispose Luigi. “Non ditemelo, perché non vi crederei!”
Ardea lo fisso senza rispondere nulla.
“E’ assurdo credere che un cane fantasma” continuò Luigi “si aggiri nella campagna di Frattagrande!”
“Milord, io non parlo di fantasmi, ma di morti!” Ribatté Ardea. “Come credete siano avvenute?”
“Opera di lupi o di qualche altra fiera selvatica.” Rispose Luigi.
“Questa non è proprio una zona da lupi.” Disse Ardea.
“Forse l’inverno avrà fatto giungere qui qualche lupo, spinto dalla fame.” Rispose Luigi. “Purtroppo il controllo di queste terre è ancora inadeguato. E lo sarà finché non si deciderà chi dovrà governare Frattagrande!”
“Un motivo in più per risolvere le vostre controversie, allora.” Disse Ardea.
In quel momento li raggiunse Parzia.
Aveva indosso un provocante abito da cavallerizza.
“Che deliziosa amazzone.” La salutò Ardea.
“Per una volta sarà la dama a salvare il cavaliere!” Disse divertita.
“E da cosa, di grazia?” Chiese sorridente Ardea.
“Da mio fratello e dal suo culto per il nostro passato!” Rispose Parzia.
“Non essere irriverente, Parzia.” Intervenne infastidito Luigi.
“Immagino già la scena.” Continuò a dire Parzia. “Lui che osanna il secolare lignaggio dei Mussoni e voi ad annoiarvi a morte!”
“Tutt’altro, damigella.” Rispose Ardea. “Visitare questo antico palazzo è un privilegio e noi siamo grati a vostro fratello.”
“Voi cavalieri siete troppo imbevuti di cortesia.” Replicò Parzia. “Ecco perché vi preferisco nudi, senza le vostre scintillanti corazze!”
“Le corazze, damigella ci occorrono per difenderci, damigella.”. Disse Ardea. “Senza saremmo troppo vulnerabili.”
“E da cosa volete essere difeso?” Chiese Parzia.
“Ci sono tanti malintenzionati in giro...” rispose Ardea “...meglio essere prudenti.”
“E la corazza vi difenderà anche dagli sguardi di qualche affascinante dama?” Chiese maliziosa la ragazza.
“Ne dubito, damigella.” Rispose sorridendo Ardea. “Non ho mai veduto una corazza capace di tanto.”
“Perché sei vestita così?” Chiese Luigi. “Vai da qualche parte?”
“Si, voglio cavalcare nel campagna.” Rispose Parzia. “Oggi l’aria è splendida.”
“Tra non molto farà buio” disse Luigi “e sarebbe meglio non uscire. Ci andrai domattina.”
“E di cosa hai paura?” Chiese la ragazza. “Dei fantasmi che tu per primo deridi? E comunque non temere, sicuramente il nostro cavaliere non lascerà che io vada da sola a cavalcare. E con lui non correrò alcun rischio.”
“Sarà un onore accompagnarvi, damigella.” Disse Ardea accennando un inchino col capo.
“Bene, allora vi attendo fuori le scuderie.” Rispose la ragazza. “E badate di non fare tardi.”
Poco dopo i due uscirono a cavallo per la campagna di Frattagrande.
Il Sole era ancora ben visibile, se bene si accingesse a lasciare il posto al crepuscolo.
Ed un leggero velo di oscurità, pian piano, cominciò a scendere su quel paesaggio, rendendo quello scenario indefinito ed irreale.


(Continua...)
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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