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Vecchio 30-07-2013, 03.17.50   #27
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La vita, dice qualcuno, è un viaggio che percorriamo alla ricerca di qualcosa.
E di cosa può essere fatto un viaggio, la sua attesa, il suo percorso, l'arrivo e l'esito?
Forse di emozioni, ricordi, speranze e sogni...

“Ehi, sei qui...” disse lei uscendo sul terrazzo “... cosa fai?”
Lui richiuse il libro che stava leggendo e le mostrò la copertina.
“Il Conte di Montecristo...” sorridendo lei “... sei ossessionato da quel libro.”
“Edmond Dantes” fece lui “insieme a Lancillotto sono i miei perfetti alter ego nella letteratura.”
“Non c'era anche Perseo?” Ridendo lei.
“Quella è mitologia.” Replicò lui. “Ed è una cosa diversa dalla letteratura.”
“Capito, prof!” Esclamò lei.
“Si, Edmond è un grande...” mormorò lui, portando le mani incrociate dietro la testa e guardando il cielo terso “... abbandonato da tutti, tranne che dalla fortuna, ritorna e si vendica dei suoi nemici, di chi lo ha tradito...”
“Non fu abbandonato da tutti, però...”
“Solo suo padre e l'armatore Morrell non si scordarono di lui...” disse lui “... solo loro...”
“E neanche Mercedes...”
“Lei si...”
“No, lei no...”
“Però non lo aspettò...” fissandola lui “... e sposò Mondego...”
“Lo credeva morto...”
“E tu?” le sussurrò lui “... tu mi aspetteresti?”
“Si, lo sai...”
“E se ti dicessero che sono morto?”
“Non li crederei...”
“Davvero?”
“Si...” annuì lei “... e ti aspetterei ogni giorno... come la donna di quella canzone spagnola che ogni giorno va sul molo ad attendere la nave del suo amato, nonostante tutti la credano pazza...” sorrise “... e poi tu non sei solo il Conte di Montecristo, ma anche il mio Primo Cavaliere... quindi sei invincibile!”
“Si, sfotti sfotti...”
Lei rise, per poi abbracciarlo forte.
“Domani già ripartirai...” aggiunse piano “... ed io non voglio...”
“Ma c'è ancora oggi...” sussurrò lui “... ed è un giorno speciale... è il tuo compleanno... e non dobbiamo essere tristi...”
“Si, è vero...” disse lei.
“Dai!” Esclamò lui. “Io sono il Conte di Montecristo è ho l'immenso tesoro dell'abate Faria... chiedimi ciò che più desideri per il tuo compleanno!”
“Davvero?”
“Si, qualsiasi cosa...”
“Un caleidoscopio.” Rispose lei.
“Un caleidoscopio?” Ripeté lui.
“Si...”
“Perchè proprio quello?”
“Così...”
“Che regalo strano...” stupito lui “... con tante cose... perchè vuoi proprio quello?”
“Non chiedermi il perchè...” guardandolo lei “... me lo regalerai? Lo troverai per me?”
Lui annuì e le sorrise.
Verso il pomeriggio lei si addormentò e lui uscì in paese per cercare quello strano regalo.
Lo trovò in un vicoletto stretto, dove c'era una piccolo mercatino.
Tornando a casa poi, sulla strada del ritorno, vide un vecchio teatrino.
Sulla porta vi era un manifesto su cui appariva il titolo dello spettacolo previsto per il giorno dopo: Il Fiore Azzurro.
Incuriosito entrò e cominciò a guardare le varie maschere e i costumi.
“Salute, cavaliere.” All'improvviso una voce.
Lui si voltò di scatto, ma non vide nessuno.
“O forse sei un principe?” Uscendo un vecchietto dalla penombra. “Visto che sei interessato alle maschere e ai costumi cavallereschi e principeschi.”
“In verità ero solo curioso.”
“Magari posso aiutarti io, mio signore.” Mostrando un inchino il vecchietto.
“Mi aveva incuriosito il titolo del vostro spettacolo...”
“Davvero?”
“Si...” annuì lui “... il Fiore Azzurro...”
“Beh, per questo lo mettiamo in scena.” Sorridendo il vecchietto. “Per attirare i curiosi.”
“E mi chiedevo...” guardandolo lui “... mi chiedevo come farete a rappresentarlo... voglio dire... nessuno conosce quel Fiore...”
“Vedo che invece tu sei a conoscenza della sua leggenda...” con uno sguardo enigmatico ma bonario il vecchietto “... cosa rara... i giovani spesso ignorano quel mito...”
Lui sorrise.
“Mi dicevi” continuò il vecchietto “della tua curiosità...”
“Si...” fece lui “... mi chiedevo... userete un fiore vero? Non credo...”
“Perchè mai?”
“Perchè non si sa a quale specie appartenga il Fiore Azzurro...”
“Giusta osservazione, cavaliere.” Annuì il vecchietto. “Tu allora cosa suggerisci?”
“Non so...” pensieroso lui “... forse si potrebbero intrecciare vari nastri colorati... o magari fare un origami...”
“E' un'idea...”
“Oppure usare la trovata di non farlo vedere mai sul palcoscenico...” fissandolo lui “... così da suscitare ancora più curiosità nel pubblico.”
“Sai, cavaliere...” fece il vecchio “... io credo che la cosa sia molto più semplice in realtà...”
“In che senso?”
“Beh, abbiamo un vantaggio...” spiegò il vecchietto “... nessuno pretende nulla da noi... immagina di dover mettere in scena l'Iliade... qualsiasi donna sceglierai per impersonare Afrodite o Elena non potrà mai essere all'altezza delle aspettative del pubblico.. e la gente lo sa... stessa cosa vale per questo nostro spettacolo... nessuno chiede di vederlo il Fiore Azzurro... di vederlo davvero intendo... ma chiede solo che noi li si aiuti ad immaginarlo... dobbiamo solo rendere fertile, stimolare, la loro immaginazione...”
“Beh...” disse lui “... un conto è dirlo, altra cosa è farlo...”
Il vecchietto rise, per poi prendere un piattino vitreo colorato.
Lo mise davanti ad una candela e poi cominciò a proiettare sul sipario riflessi e bagliori variegati.
“Ecco...” giocando con quelle screziature “... ecco il nostro Fiore Azzurro... vedi? Può apparire in alto... in basso... persino sulla tua mano, cavaliere...” proiettando quei riflessi sulla mano di lui “... chiudi il pugno!” Esclamò poi. “Non fartelo scappare!” Con fare allegro.
E nel vedere quelle screziature, quei colori così luminosi, lui ripensò a ciò che mostrava il caleidoscopio.
Lo strinse forte in mano e sorrise.
Salutò il vecchio e ritornò a casa.
Trascorse così la sera e alla fine lui mostrò a lei quell'originale e curioso regalo.
“Credo di aver capito perchè lo volevi tanto...”
“Davvero?” Incuriosita lei. “E perchè?”
“Perchè qui dentro si trova una cosa speciale, magica...” fece lui “... meravigliosa...”
“Cosa?”
“Guardaci dentro...” sorridendo lui “... guardaci e vedrai il suo incredibile contenuto...”
Lei allora accostò il caleidoscopio al viso e guardò al suo interno.
“Quello è il Fiore Azzurro...” sussurrò lui “... sei fortunata, sai? Non tutti possono vederlo e molti passano la vita a chiedersi che forma abbia, che profumo emani...”
“E'...” piano lei “... è meraviglioso... meraviglioso...” lo fissò con gli occhi lucidi “... sono così felice stasera...”
Quella notte, come le notti di Primavera, trascorse presto.
E al mattino la stazione era invasa da un bellissimo Sole.
C'era gente che partiva e gente che arrivava.
Forse i treni servono a questo.
Ad unire tante vite, altrimenti disperse, ad altrettanti posti, altrimenti irraggiungibili.
Lei stringeva in mano quel suo regalo e con l'altra qualcosa per lui.
“Un fiore?” Fissandola lui.
“Si, ti farà compagnia nel tuo viaggio...” sorridendo lei “... il viaggio che ti porterà a trovare il Fiore Azzurro... perchè se ci credi così tanto, allora deve esistere davvero da qualche parte... e lo troverai, se Dio vorrà...”
“Lo credi davvero?”
“Si...” sussurrò dolcemente lei.
Il Treno partì e la stazione scomparve presto.
E ora è vuota quella stazione, in attesa che quel treno ripassi e conduca il cavaliere in quel viaggio.
Ma questa è un'altra storia.
Quel cavaliere era naturalmente sir Guisgard e con lui c'era la sua inarrivabile Margherita.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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