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Vecchio 18-08-2012, 04.43.19   #3106
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard strinse anch'egli Talia a sé.
La strinse con forza, come a volerla tenere fra le sue braccia per sempre ed evitare che altri eventi giungessero a separarli.
“Ora siamo di nuovo tutti e tre insieme...” disse “... il frate che ha curato Sheylon ha detto che possiamo trasportarlo... per un paio di giorni ancora dovrà sforzarsi poco, ma poi potrà tornare a correre come prima...” le sorrise e le accarezzò il viso, spostando all'indietro una ciocca di capelli ribelli, che sembrava voler danzare sul volto della ragazza e rimise al suo collo la pietra di Carbonchio donata da Andros a Chymela “... il nostro viaggio non è ancora concluso, Gioia... sono successe alcune cose... ma ti racconterò tutto con calma... ora sarà meglio andare...”
Anion, il cavaliere che per ordine della regina seguiva Guisgard come un'ombra, era in sella al suo mastodontico cavallo, fermo ad attenderlo qualche passo fuori la staccionata della locanda.
“Ma chi è quello?” Chiese Umans indicando quel poderoso cavaliere.
“Un amico.” Sorridendo Guisgard. “Quale strada può condurci ad una città chiamata Tylesia?” Chiese poi alla locandiera e a Sangò.
“Tylesia...” ripetè la donna “... non credo di aver mai udito un nome simile... e tu?”
“No, giunge nuovo anche a me...” fece il menestrello.
“Potreste chiedere ai due guardiani...” disse la donna.
“Chi sarebbero?” Domandò Guisgard.
“Sono le due sentinelle che controllano l'ultimo baluardo al confine di Gioia Antica.” Rispose la donna. “Anche se...”
“Anche se?”
“Anche se...” mormorò lei “... ecco, possono nascondere un'insidia...”
“Quale?”
“Si tratta di due sentinelle che ogni tre ore” spiegò la donna “si danno il cambio. Vengono scelte dall'esercito regolare e sono accoppiate sempre con lo stesso criterio...”
“Ossia?”
“Vengono, cioè, scelte da entrambe le razze che formano il nostro esercito.”
“Dunque” intervenne Sangò “dai veritieri e dai mentitori. In pratica, una sentinella risponderà sempre dicendo il vero, mentre l'altra invece mentirà spudoratamente.”
“E se a darvi l'informazione sarà uno dei mentitori” fece la donna “voi sarete indirizzati da tutt'altra parte e forse non troverete mai la città che state cercando.”
“Roba da matti!” Esclamò Umans.
“Non c'è modo per distinguerli?” Chiese Guisgard.
“Apparentemente no.” Rispose la locandiera. “Neanche noi che viviamo qui da sempre siamo in grado di farlo. Ogni razza veste sempre e solo di un colore... dunque una indossa una giubba rossa e l'altra una verde... ma ignoriamo come abbinare i colori con la loro indole...”
“Non abbiamo molto scelta...” disse Guisgard “... cercheremo di capirlo quando li vedremo...”
Lui e Talia, allora, salirono sul carro in cui era stato messo Sheylon e salutati tutti loro partirono da quel luogo.
Dietro al carro erano state legate anche Peogora e Luthien.
Guisgard e Talia raggiunsero così l'ultimo avamposto della città, dove si trovavano le due sentinelle.
E come avevano detto sia la locandiera che il menestrello, una vestiva di verde e l'altra di rosso.
Controllarono il carro e poi i due viaggiatori, per vedere se tutto fosse in ordine.
“Potete andare.” Disse uno dei soldati.
Guisgard li fissò e sorrise.
“Cosa ci trovate di così divertente?” Domandò uno dei due soldati.
“Nulla, signore.” Rispose Guisgard. “E' che abbiamo saputo che in questa città convivono due razze... e la cosa curiosa è che interpretano la vita in maniera totalmente differente... una, ossia, mente costantemente, mentre l'altra concepisce solo la verità... per me è straordinario... infatti, a vedervi non si trova alcuna differenza... ditemi, signore...” rivolgendosi al soldato più vicino al carro “... fate parte di quella razza che dice sempre la verità?”
“Abla.” Rispose quel soldato nel suo idioma.
In quel momento, l'altro soldato si avvicinò anch'egli al carro.
“Abla vuol dire si.” Spiegò a Guisgard e a Talia. “Però lui appartiene alla razza dei mentitori.”
Il cavaliere allora si voltò pensieroso verso Talia.
Chi dei due soldati diceva il vero?
E come scoprirlo?
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 18-08-2012 alle ore 04.48.25.
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