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Vecchio 06-07-2017, 17.17.47   #7
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Vi ringrazio, milady, ma è l'argomento ad essere affascinante ed interessante, non certo il mio discorrere
Si, credo sia giunto il momento della mia teoria, che poi non è la mia, ma di intere generazioni di studiosi, letterati e filosofi.
Diciamo che è quella, fra tante ipotesi, che più mi convince.
Nell'Amor Cortese prima e nel Dolce Stil Novo poi la donna, come si sa, è modello e mezzo di perfezione, capace di condurre l'uomo alle più alte vette dell'essere attraverso le sue virtù.
Lancillotto non diviene il Primo Cavaliere per ambizione personale ma per Amore e devozione verso Ginevra, così come Erec grazie al suo Amore per Enide che riconquista il suo status di cavaliere.
Lo stesso Dante compie il suo viaggio nell'Aldilà grazie a Beatrice che dopo La Vita Nuova perde ogni tratto di donna mortale ed incarna l'eterno modello di virtù in grado di salvare l'uomo.
Virgilio è chiamato dalla stessa Beatrice per guidare il poeta fino alle Porte del Paradiso, dove ci sarà lei ad attenderlo.
L'uomo cortese e più ancora quello stilnovistico trovano dunque nella figura della donna amata la salvezza.
I cavalieri cortesi compivano gesta per la propria signora, sia ella la moglie del feudatario o del proprio re, divenendo modelli dell'ideale cavalleresco stesso.
E gli stilnovisti, con tratti ancor più spirituali, seguono la stessa strada, avendo comunque il medesimo modello, ossia la donna amata.
Come riportava Andrea Castellano, anche se in un ottica più terrena e feudale, la donna non è dunque una guida, ma salvezza.
Non di per sé, ma per le sue virtù.
In pratica la donna in quanto tale assume tale ruolo, quasi come una predestinazione e non per capacità o meriti particolari, se non quello di incarnare le virtù richieste.
Il modello cortese non è limitato al mondo medieovale, ma con i suoi tratti assoluti e fatalistici, oltre che sacri, può benissimo essere visto straripare da quel limitato lasso di tempo, il Medioevo appunto e giungere in ogni epoca, mito o racconto che sia.
Perseo compie la sua impresa più grande grazie ad Andromeda, così come Rinaldo purifica se stesso dai suoi peccati amando Armida nonostante tutto.
E gli esempi potrebbero sprecarsi.
Questo solo per mostrare come l'ideale dell'Amor Cortese è senza tempo e come incarna in pieno il più vero ed eterno modello dell'Amore assoluto, che salva e che porta allo stadio più alto a cui può ambire un amante: la Gioia.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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