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Vecchio 26-06-2018, 16.21.28   #7
Altea
Cittadino di Camelot
 
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Altea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolare
Era una mattinata di mezzaestate afragolignonese, mentre ancora adolescente giravo proprio con l'omonimo libro di Shakespeare in mano, avevo letto nel calendario inglese che ricorreva proprio il 24 giugno ovvero il Giorno di Ns. San Giovanni Battista.
Camminavo nel vialetto della villa sontuosa ed antica tra le rose e fiori colorati, tra un tripudio di colori, mentre udii delle voci.."Oh, ma sarà un ritratto favoloso, Sir De Bastian e permettetemi le parole dette con sincerità e senza malizia, ma vostra figlia è un bocciolo di rosa rara in questo giardino".
L'uomo altero che era mio padre aveva lo sguardo aggraziato in quel momento, sbuffai sventolandomi col libro per la afa. Odiavo quando mio padre si attorniava dei suoi amici studiosi, a volte mi lasciava sola per i suoi viaggi archeologici o per le sontuose collezioni che abbellivano il Palazzo delle Rose da secoli.
"Siete un pittore?" avanzando lentamente col libro stretto al petto "Oh, la bellezza salverà il mondo..dicono..ma io non concordo, la bellezza esiste solo agli occhi di chi guarda, a volte molti la ignorano".
Mio padre rise.."La mia Altea, ha un carattere scontroso, sarà difficile per voi ritrarla monsieur" ridendo ancora e io sbarrai gli occhi, odiavo farmi delle foto, figurarsi un ritratto che mio padre voleva appendere assieme a quello degli antenati, proprio vicino a quello in cui ero una bambina.
Fu così che il pittore per giorni gettò pennellate di colore in quel giardino, per fortuna rinfrescato grazie ad un temporale estivo, mentre osservavo attentamente nei suoi occhi l' estasi dell' artista; non parlava..ma creava..e fu una fortunata visto ero poco avvezza alle conversazioni.
Quando venne esposto ci furono i migliori amici ed amiche di mio padre, parenti stretti e affini; alcuni erano dei collezionisti famosi afragolignonesi, altri artisti e poi i colleghi archeologici di mio padre.
Fu fatto scendere il drappo rosso e vidi quella ragazza bionda, dove gli occhi verdi spiccavano tra delle rose tendente al rosso per simboleggiare la bambina che stava diventando donna, appassionata. Avevo indossato un vestito stretto e veniva messo in risalto il seno non più quasi acerbo in un quel vestito antico di epoca vittoriana appartenuto ad una mia antenata.
Fu un attimo, sentivo solo applausi e osservavo la gente congratularsi col famoso artista ma io guardavo quel dipinto con aria magnetica..io ero veramente quella ragazza dalle labbra scarlatte, il seno che stava diventando prorompente e i verdi occhi magnetici, curiosi e misteriosi.
E lì ebbe inizio il mio dramma, non staccavo gli occhi da quel dipinto ma iniziai a non staccare gli occhi dal mio volto, il mio corpo. Iniziò un sentimento nuovo nel mio animo, non era la volontà di mostrarmi bella agli occhi degli altri oppure farmi bella per un ragazzo e mio padre iniziò a preoccuparsi.
Passavo ore a guardarmi allo specchio, accarezzarmi le lunghe bionde ciocche, rendermi bella, comprarmi i vestiti più nuovi ma non ne parlavo con nessuno, quel quadro aveva risvegliato un Amore Unico.
E solo Unico poteva essere, non sapevo cosa fosse ma realizzai mi amavo di un amore sviscerale che forse nemmeno Narciso era al pari di me.
Non guardavo nessun ragazzo, nessun uomo ma solo me stessa, amavo trascorrere le ore ad amare la mia pelle rendendola più bella e delicata ormai ero una donna e tutti i conoscenti sostenevano la più affascinante avessero mai visto ma mio padre sapeva ben più e non aveva più lo sguardo fiero di una volta ma rassegnato e preoccupato.


Il lungo viaggio verso Uaarania era stato molto tranquillo, non capivo il motivo ma mio padre e i suoi amici si erano avventurati verso questo posto molto strano poiché erano curiosi di conoscere molto di più su questo pittore, Phoemnisk e soggiornavamo in una sontuosa villa stile orientale, molte raccomandazioni ci erano state fatte ma noi avevamo visto molti posti quindi ci saremmo adattati alle usanze del luogo.
Mangiavo un delizioso dolce al cioccolato mentre Monsieur Gerard, il migliore amico di mio padre, mi guardava seduta sulla poltrona, accomodai lo spacco della gonna ma mi resi conto non erano le mie gambe ad attrarlo fortunatamente.
Le sue parole mi ronzavano in testa mentre bevevo il thè agrumato..spiegazioni..voleva mi aprissi proprio a lui e scoppiai in una risata di non curanza poggiando il piattino.
"Ebbene Monsieur Gerard, la mia non è proprio..vezzosità od alterigia, oppure vanità verso gli altri" ma il mio volto si fece buio e serio "Ammetto a volte sono preoccupata pure io, non rinnego gli uomini per questo motivo.. il problema Monsieur..è che io mi amo..follemente..amo me stessa, come potrei darmi ad un uomo se poi mi ruberebbe a me stessa. E' strano? E' peccato? Nulla è più bello di me" alzando gli occhi verso il quadro pensando tutto ebbe inizio da lì "Volete mandarmi da uno psicologo? Non ci penso nemmeno" guardandomi allo specchio accarezzando i biondi capelli "A proposito cosa pensate dell' edonismo?" come nulla fosse.

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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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