Discussione: Curiosità La falconeria
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Vecchio 29-09-2009, 15.25.09   #37
zaffiro
Cittadino di Camelot
 
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zaffiro sarà presto famosozaffiro sarà presto famoso
Buon pomeriggio,signore.
Ho letto con dovuta attenzione ed interesse gli interventi di questa discussione,elargisco a voi la mia ammirazione per la professione svolta a contatto con queste creature ed a tutti gli utenti i miei complimenti per l'interesse e la competenza in materia.
Da profana vedo nei falchi,e non solo,degli esseri che sanno volare ad altitudini e latitudini in incontrastata libertà.E vedo nel contatto di queste creature con l'uomo una limitazione a quanto la natura sappia offrire.Alcuni hanno dato una spiegazione allo stato di vita degli esseri viventi cercando giustificazioni nel fatto che non può mancare qualcosa che non si è mai posseduto.In breve voglio esprimere che studi di neurologia sugli animali e sull'uomo hanno portato a conclusione che il sistema nervoso,così come le esigenze di ogni essere,siano in funzione di un repertorio secondario acquisito e sviluppatosi in funzione dell'ambiente in cui si vive,è l'ambiente,e l'educazione che da esso ne deriva pertanto,che forgia il nostro essere,i nostri pensieri e le nostre capacità,i nostri bisogni.Non so quanto queste leggi possano essere applicate ai rapaci,di sicuro lo sono nell'uomo ed in creature affini.Stando a questo,un falco che può volare alto in cielo,se abituato a volare in spazi più limitati,dovrebbe essere inconsapevole di poter realizzare che la sua natura è di spingersi in cielo,pertanto,non soffrire allo stato di "cattività".Ora,vorrei porre,se posso, a voi una domanda più atta a rivolgersi alla sensibilità dell'uomo che lavora con animali che sanno volare di quanto possa esserlo alla vostra figura di falconiere.
Ho sempre ritenuto che l'istinto fosse una dote di natura a prescindere dalle influenze esterne e se nell'uomo spesso è domato dalla ragione,ritengo che gli animali se ne avvalgano come un bisogno molto più spiccato ed insostituibile.Vi chiedo,infatti,ammesso che il vostro falco o qualunque altro di allevamento sia stato plasmato dall'ambiente in cui è stato educato ed abbia imparato a confinare le proprie capacità di essere che può volare in spazi ben più confinati,o,quantomeno,più abituali,secondo la vostra sensibilità,quanto credete che i falchi dei falconieri si sentano privati di quella libertà di volare incontrastati tra cime e monti che la natura ha istintivamente conferito loro?Riuscite a scorgere nello sguardo del vostro amico falco un desiderio a staccarsi dalla natura umana per portarsi in alto senza mai più far ritorno all'uomo?In breve,quanto voi,da uomo e da falconiere,scorgete tristezza nei loro occhi per la limitazione della libertà in cuore a queste creature?Fermo restando che il contatto con l'uomo sviluppi in loro diversi sentimenti altrimenti inesistenti,ma dare loro amore,educarli al nostro modo di essere in contatto ed in relazione con creature diverse da noi,è equo scambio a quanto viene loro negato ponendosi tra natura ed ambiente?
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