Betta sorrise a quelle parole di Dacey.
“E sia...” disse “... non ti chiamerò più infedele... è un modo di apostrofare voi orientali e in tutta sincerità lo ripeto senza alcuna malizia e disprezzo. Ma come detto non mi rivolgerò più a te in tal modo.”
E l'aiutò a prepararsi.
Ed alla fine la stessa Betta ammirò la bellezza della principessa egea.
La figura di Dacey poteva in effetti essere paragonata senza sfigurare alle belle dame di Sygma.
L'abito di foggia orientale che indossava metteva in risalto il suo corpo squisitamente armonioso, insieme ad un velo di seta verde che ben si intonava alla sua carnagione chiara.
Gli occhi ambrati e luminosi, l'arcata armonica delle sopracciglia, il naso ben conformato, i denti bianchi come perle e la folta treccia corvina, acconciata con maestria in una piccola spirale di riccioli attorcigliati che scendevano sul collo slanciato e sul seno che si intravedeva appena sotto una zimarra di seta persiana, ricamata con fiori naturali su un fondo di acquamarina.
“Andiamo, il barone ci attende.” Betta guardando Dacey.