Discussione: Il Tropico Lunare
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Vecchio 20-08-2016, 07.01.22   #30
Dacey Starklan
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Dacey Starklan è sulla buona strada
Il bosco pareva avvolto in un sonno incantato, uomini e animali al unisono nel buio che precede l'alba.

Quello era il momento più magico della giornata, nel quale mi concedevo il lusso di pensare, senza aver nessuno che mi disturbasse.

Amavo restare sotto la protezione della Luna, seduta su un ramo alto della quercia che stava accanto alla mia casa.

Mi ci arrampicavo sempre a quell'ora, quando ormai il sonno per me era svanito e iniziavano a formarsi gli incubi.

Così stavo sveglia, a osservare il cielo e la terra sotto di me.

La calma notturna serviva a rigenerarmi e a prepararmi per affrontare la giornata, che di certo sarebbe stata impegnativa.



Un tempo, a tratti neanche molto lontano, con la mia famiglia vivevamo tutti nella capitale. Sembrava una bella vita, agiata e serena ma poi venne l'attacco, di notte, rapido e veloce, inatteso e brutale. Era quasi l'alba quando la nostra vecchia casa fu distrutta e con essa la vita di mia madre e dei miei due fratelli.

A restare, ai piedi di cumuli di macerie, c'eravamo solo io e mio padre, che da allora non fu più lo stesso.


E ora eccoci in questo villaggio, a riabitarsi ad una vita nuova, più semplice di quella nella capitale, a reinventare noi stessi.

Non era stato semplice sulle prime ma con il tempo gli abitanti del villaggio ci avevano accettati tanto che a volte pensavo di vivere lì da sempre.

Indaffarata nel lavoro poi avevo poco tempo per ripensare al passato, per soffrire, perché bisognava andare avanti, sempre e comunque.



Già nella capitale il lavoro di mio padre era ritenuto quello di un folle e qua al villaggio era visto con stranezza, bollato come magia.

Ma per mio padre quella era scienza, anche se spesso lui stesso utilizzava quella parole in modo spropositato.

Avevo persino dei dubbi che sua stessa professione esistesse prima di lui.
Criptozoologo. Uno studioso alla ricerca di animali che vivevano forse solo nei miti e nelle leggende.

Non acevo mai osato contraddire mio padre ma io ero la prima ad essere scettica. Tuttavia vedere il suo entusiasmo e il suo impegno mi contagiava e inevitabilmente ero finita per assisterlo nei suoi studi.

Mettendo da parte la pura razionalità e aggiungendo un po' di fantasi, quello era davvero un lavoro fantastico, non ci si annoiava mai e tutto poteva essere una sorpresa.

La nostra piccola casa bel bosco pullulava di antichi testi, ossa di dubbia provenienza, mappe e manoscritti.

Tutti reperti che narravano di animali estitnti o addirittura mai esistiti secondo la coscienza comune. Ma non secondo della di mio padre, Oberon, che si ostinava a cercare.

Dopo l'attacco nella capitale poi, la sua ricerca era divenuta quasi ossessiva, leggeva e rileggeva più volte al giorno un passo, riguardante la profezia di Renania.

Sosteneva infatti che l'eroe solo non sarebbe bastato, che aveva bisogno di un compare, come Pegaso Perseo.

E mio padre si sentiva in dovere di trovare questo mitologico compagno per l'eroe sconosciuto che ci avrebbe salvati tutti.

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Saltai giù dall'ultimo ramo, orami era l'alba, presto il villaggio si sarebbe messo in moto.

Entrai in casa per preparare la colazione e iniziare con gli studi di alcuni testi talmente vecchi che rischiavano di rompersi al solo tocco delle dita.
La mia stirpe era sempre stata caratterizzata dall'amore per lo studio e il mistico, non era solo una mera passione ma un marchio che ci passavamo sulla pelle. Intricati disegni arabesci, intrecci e linee scure correvano sulla nostra pelle, in tutto il corpo, perché noi eravamo i portatori del sapere e della tradizione. Un clan un tempo rispettato e onorato quasi al pari dei re, ora visto con sospetto da una parte e invidia dall'altra. Tra i nostri antenati figuravano sacerdoti, filosofi, letterati, inventori, guaritori, consiglieri, saggi e cantastorie. Ognuno di loro, a suo modo, aveva dato un contributo al patrimonio culturale di Renania. Ed io volevo assolutamente fare la mia parte anche se mi sentivo come bloccata seguendo la vocazione paterna.
Per fortuna buona parte del lavoro era incentrato proprio sullo studio dell'antico ma anche di un ipotetico futuro, e questo mi piaceva parecchio.
Spesso mi dilettavo ad immaginare nuovi scenari per il nostro mondo, popolato da uomini privi di superstizioni, nel dominio della ragione, dello sviluppo. Sognavo un mondo dove le persone non dovevano spezzarsi la schiena per un pezzo di pane secco, dove tutte le voci venivano ascoltate a pari merito. Ma non mi limitavo ad immaginare, mettevo su carta le mie idee.

Avevo pubblicato un libro di avventure fantastiche nel futuro lontano, quando ancora vivevo nella capitale, sotto lo pseudonimo di Karishma Jones, un nome che secondo il mio editore evocava bene l'esoticità del mio aspetto e dei miei racconti. Mio padre infatti non approvava questo mio "divagare in avanti", lui pensava solo ai suoi animali misteriosi.
Per me invece il mondo poteva offrire molto di più e lo studio del passato era solo un modo per capire il presente ma soprattutto intravedere il futuro.
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It is saying that if you really desire something from the heart ... then the whole universe will work towards getting you that

Dacey "Karishma" Starklan

Ultima modifica di Dacey Starklan : 20-08-2016 alle ore 09.15.25.
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