“Aspetta, non avere fretta...” disse pianissimo Elv, quasi in un sussurro, a Gwen, fermando appena le mani di lei che avevano sbottonato la sua camicia.
Allora cominciò ad accarezzarle le mani, sul dorso, poi sul palmo.
Piano risalì con quelle carezze sulle braccia nude, fino a dove erano coperte dalla maglietta.
La guardava negli occhi, senza smettere con quelle carezze, ricominciando ogni volta.
Poi toccò i suoi piedi nudi, iniziando a massaggiarli con dolcezza, ma anche sensualità.
“La stanza calda ma i tuoi piedi sono freddi...” continuando.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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