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Vecchio 18-02-2013, 02.56.41   #85
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Capitolo II: Il torneo della Quaresima

“S'avvicina il giorno in cui debbon ritornare e ciascuno portare cento cavalieri per decidere la disfida, come innanzi vi dissi, e, per attenersi ai patti loro, ciascun cento cavalieri fino ad Atene ha condotto bene armati a combattere a oltranza.”

(Geoffrey Chaucer, I Racconti di Canterbury)



Dalla terrazza del palazzo, l'Arconte Meccanico e Talia salutavano il popolo festante.
Il discorso dell'Arconte aveva destato l'entusiasmo generale e la presenza in città della principessa di Sygma rafforzava e legittimava le pretese di indipendenza di Sant'Agata di Gothia nei confronti dell'Arciduca di Capomazda.
Cominciarono allora a vedersi anche fuochi d'artificio, mentre le truppe passavano in rassegna fra le strade.
Da alcuni palazzi, all'improvviso, si alzò una mongolfiera.
Tutti cominciarono a guardarla divertiti, mentre quella pian piano saliva al di sopra delle costruzioni della città.
E lentamente iniziò ad avvicinarsi al palazzo dell'Arconte.
La corte sembrava divertita e i vari valletti la indicavano compiaciuti.
Solo l'Arconte Meccanico la fissava in modo incerto.
La mongolfiera, infine, raggiunse il palazzo e fece sparare in aria un centinaio di cartellini colorati, che i valletti cercarono di prendere al volo, quasi fosse una gara di abilità.
Ma mentre tutti apparivano distratti da tutto ciò, la mongolfiera si avvicinò alla terrazza e improvvisamente qualcuno saltò verso l'Arconte e Talia.
Un'ombra rapidissima e agilissima si catapultò tra il condottiero e la giovane principessa.
Estrasse una lunga lama e colpì Talia al collo.
L'Arconte però, con gesto rapido, bloccò la mano di quel misterioso sicario e stringendola nel suo guanto di ferro la spezzò, facendo cadere così a terra l'arma di quell'attentato.
Il misterioso assalitore era riuscito solo a lacerare la parte della mantellina d'ermellino che Talia portava legata fra le spalle e il collo.
Fu il caos.
Dalla folla tutti gridavano ed osservavano con paura quella scena.
Il sicario, accasciato a terra con la mano spezzata, fu subito raggiunto e immobilizzato dai soldati, mentre i valletti si avvicinarono a Talia.
“Presto...” disse l'Arconte ai suoi servitori “... presto, portate dentro la principessa!”
Talia fu così portata nelle sue stanze.
In breve un cupo silenzio calò sul palazzo.
Un silenzio rotto, poco dopo, solo dal rumore di passi metallici.
Qualcuno risaliva i gradini della torre Est, la più antica dell'intera fortezza.
E raggiunto l'ultimo piano, bussò ad una pesante porta di ferro.
“Vieni pure avanti...” mormorò qualcuno dall'interno.
L'Arconte Meccanico allora entrò.
Era una stanza semibuia.
“I nibbi” fece una figura intenta a sfamare un rapace “fiutano il sangue da chilometri di distanza... questo permette loro di sopravvivere, benchè esistano predatori molto più forti di loro. Forse bisogna prendere esempio da questi rapaci, non trovi? Anche noi, del resto, dobbiamo guardarci da predatori molto forti...”
L'Arconte Meccanico ascoltava in silenzio.
“Cosa succede?” Fissandolo la figura. “Perchè sei qui?”
“Hanno appena tentato di uccidere la principessa.” Con tono fermo l'Arconte.
“Chi è stato?”
“Un uomo giunto su una mongolfiera.” Rispose l'Arconte. “I miei uomini lo stanno interrogando.”
“Non parlerà.”
“Conosciamo metodi capaci di far parlare le pietre.”
“Nei primi tre secoli del Cristianesimo” fece la figura “i magistrati romani, nonostante notevoli mezzi di persuasione, non riuscirono a piegare la volontà dei Cristiani. La maggior parte di loro preferì morire in croce o a causa di belve feroci. Non sottovalutare il fanatismo dei nostri nemici.”
“Credete sia stato inviato dai Capomazdesi?”
“Toccherà a te scoprirlo.” Rispose la figura. “Come sta ora la ragazza?”
“E' illesa.” Rispose l'Arconte. “Solo spaventata, credo.”
“Bisogna essere prudenti. Lei è troppo preziosa per noi.” Mormorò la misteriosa fiducia. “Occorrono guardie del corpo.”
“Guardie del corpo?”
“Si, difenderla.” Pensierosa la figura. “Tenteranno ancora di eliminarla. E noi non possiamo correre altri rischi.” Aggiunse con tono fermo, per poi fissare con occhi enigmatici il vuoto della stanza.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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