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Vecchio 06-10-2021, 17.10.42   #1
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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L'isola dei mandorli perennemente in fiore

L'ISOLA DEI MANDORLI PERENNEMENTE IN FIORE

"C'è una filosofia che nega Dio, come c'è una filosofia che nega il sole: si chiama cecità."
(Victor Hugo)



La pioggia cadeva copiosa fra gli svettanti grattacieli di Uaaropolis, con la sua patina di umidità che velava le prime insegne accese di quel pomeriggio grigio.
Le strade erano come al solito colme di veicoli e la confusione si diffondeva in ogni quartiere e isolato cittadino. All'università delle scienze atee e razionalistiche, centro culturale della città, il brillante dottor Minsk stava tenendo uno dei suoi seminari, incentrato stavolta sulla propaganda Cristiana, in particolar modo Cattolica, che avrebbe indirizzato la cultura occidentale dal Medioevo in poi.
Alla fine un tripudio di applausi e consensi accolse la fine dell'esposizione, con sommo orgoglio e piacere dell'affascinante professore.
“Bel seminario.” Disse Houd entrando nell'ufficio di Minsk, dove questi si era chiuso dopo il seminario.
“Ti ringrazio, amico mio.”Sorridendo Minsk. “Chiudi, la porta.”
“Allora l'hai trovato!” Sorpreso Houd, per poi chiudere la porta e restando solo con Minsk.
“Si, vecchio mio...” Minsk aprendo la sua borsa in pelle e tirando fuori un panno avvolto intorno a qualcosa “... eccolo...” sciogliendo il panno e mostrando un antichissimo libro “... il più antico codice conosciuto con le trascrizioni di un trattato di Crizia di Atene... risale al XIV secolo e fu trascritto da un monaco eretico, che poi lo donò ad una marchesa sua protettrice... per secoli è stato tenuto nascosto ed è passato da mano in mano... guarda... all'interno vi è uno dei trattati più eccezionali contro i mali della democrazia e della Religione...”
“Fantastico...” soddisfatto Houd “... la nostra università sarà orgogliosa di conservarlo.”
“Si, qui deve stare e non in un museo.” Fece Minsk. “Il mondo non devo contemplarlo come opera d'arte, ma comprenderlo come fonte di libertà culturale.”
I 2 si strinsero la mano soddisfatti, per poi brindare con una preziosa bottiglia di vino.
Qualcuno poco dopo bussò.
“Signor rettore...” entrando un inserviente.
“Cosa c'è?” Chiese Houd.
“Ci sono 2 uomini che chiedono di lei e del professor Minsk.”
“2 uomini?” Minsk.
“Si, credono siano uomini del governo, professore.” Spiegò l'inserviente.
Nello stesso momento, ma a oltre 1000 km di distanza, una tempesta violentissima imperversava sulle aspre montagne dell'Afraghanistan, regione selvaggia e misteriosa, di fama sinistra e covo di formidabili predoni. Per il cielo sterminato di quei luoghi romanzeschi, sospinte da venti eccezionali, correvano e si rincorrevano enormi banchi nuvolosi simili a cavalli sfrenati, che lasciavano cadere sul deserto sottostante furenti nubifragi, accompagnati da boati e folgori. Il buio dominava ovunque, solo squarciato a tratti dai lampi e dai fulmini che esplodevano lungo l'orizzonte dal profilo brutale. Ma in queste tenebre brillava la fioca luce che proveniva da una grotta inaccessibile, infondo alla quale si apriva un dedalo di cunicoli e antri, oltre i quali era scavata nella nuda roccia la sontuosa dimora di un re. Le pareti erano coperte da spesse e pesanti tele di velluto e stoffa orientali, di un rosso vivo, adornati da broccati di gran valore e pregio, mentre a terra erano srotolati diversi tappetti sfolgoranti d'oro e d'argento, sorti dalla maestria dei tessitori di Cipro, di Damasco e di Bagdad. Qui e là cerano bassi tavolini, sgabelli e seggi, tutti intarsiati e incrostati di perle, di giada, di onice e di lapislazzuli. Bottiglie, brocche e bicchieri di paste vitree colorate e raffinatissime scintillavano alla luce di lampade di ogni fattura, stile e bellezza. Completavano un paio di grossi bauli borchiati ed aperti, con i loro contenuti di ogni sorta di gioielli, di pietre preziose e monete provenienti da tutte le parti del mondo. In mezzo a queto splendore d'altri tempi camminava una figura strana e misteriosa, dal profilo romanzesco e l'aspetto tormentato. Bruno, gli occhi grandi e fieri, di un azzurro profondo, i lineamenti regolari e ben fatti, l'espressione maschia e decisa. Era abbigliato come i tanti predoni e guerrieri che infestano quest'angolo di mondo, ma il suo aspetto era simile a quello di un principe.
Fissava delle mappe e dei progetti che raffiguravano varie armi, alcune molto tecnologiche.
Ad un tratto dei passi lo destarono.
Un uomo avvolto da una divisa militare e con un turbante verde sul capo entrò in quel covo da Le mille e una notte.
“Gli altri sono tornati dal pozzo di Daniele.” Disse il nuovo arrivato. “Chiedono di te.”
“Che notizie portano?” L'uomo che teneva in mano le carte e i progetti. “Hanno udito l'oracolo?”
“Si.” Annuì quello col turbante. “Pare la caccia al tesoro sia iniziata.”
“Allora non possiamo più perdere altro tempo.” Mormorò il principe.



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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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