Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 25-10-2009, 17.47.31   #95
zaffiro
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zaffiro sarà presto famosozaffiro sarà presto famoso
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Originalmente inviato da elisabeth Visualizza messaggio
Devo essere sincera, credo che il periodo di iniziazione non finisca mai, il viaggio e la ricerca del se e' lungo una vita.....e quando questa finisce, ne' comincera' un'altra dove il viaggio continua.......
E' molto profondo questo pensiero,lady Elisabeth.

Eppure io credo che la vita non sia avvolta tutta intorno ad un solo periodo,l'iniziazione è il principio di ogni periodo diverso seguito da un rallentamento di moto che permette di assaporare l'equilibrio conseguito.Ora sta a chi è più capace di mantenersi in equilibrio più a lungo e a chi,invece,è più fragile nella sua sensibilità dal vacillare anche per la più semplice causa da battersi,ma credo,quanto più sia affinata l'intelligenza tanto più si soffre e si diviene fragili e sensibili alla vita.Intendo dire che chi vive in semplicità,non cerca una spiegazione logica in tutte le cose,con molta probabilità assapora più a lungo le gioie della vita,perchè si ferma un attimo ad afferrare con le mani quanto da altri o da se stesso seminato,e ne gode.
Credo che Ardea appartenga a quella schiera che,conseguita una vittoria se ne prefigge subito una nuova,e questo,da un lato esalta perchè più si è desiderosi dell'ignoto,più si affina l'intelligenza,ma dall'altro,nega gioie,perchè non sente neppure l'odore dell'alloro che sul capo gli è stato apposto,sebbene i sacrifici siano stati innumerevoli,appariranno poca cosa in confronto a quello verso cui si sta propiettando nuovamente,ma,intanto,i profumi dell'alloro svaniranno con l'appassire della ghirlanda.E non li avrà vissuti appieno.
Mi piace molto anche il pensiero di Guisgard,quando scrive che il percorso iniziatico conduce a un livello superiore di conoscenza.La conoscenza non si estinguerà mai,non per chi la ricerca,però,non ne avremo mai conseguito a sufficienza dal poterci fermare un attimo e desiderare di godersi quanto appreso e conseguito come frutto di esperienze di vita,di studi o di rapporti umani,e questo rende gli esseri umani,a mio avviso,sempre piccoli,ingenui,studenti fino alla morte,e chi per indole è desideroso di spingersi sempre oltre le sue conoscenze,fosse anche un uomo di scienza,non si sentirà mai a livelli tali da potersi fermare e realizzare di essere cresciuto,divenuto uomo e magari invecchiato,si sentirà sempre uno scolaro desideroso di carpire quanto più si può dall'universo,e quando si fermerà a gioire,ad assaporare il suo traguardo,lo farà per poco,ma sarà l'unico modo di desiderare la morte quando,oramai all'ultimo respiro,avrà compreso che non ha visto,letto,studiato,scoperto e conosciuto tutto ciò che avrebbe desiderato nella sua fugace vita,ed in cuor suo ne soffrirà un istante.

E' molto bella la sensibilità a cui sta muovendo il racconto di questo cavaliere de' Taddei che si sta mostrando con naturalezza nel suo nobile cuore e nelle sue debolezze di uomo ingenuo e genuino.

Ultima modifica di zaffiro : 26-10-2009 alle ore 01.59.03.
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