Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 28-09-2009, 00.02.39   #56
Guisgard
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ARDEA DE' TADDEI

XIII

“Assaporo la tenera terra della
mia casa. Stringo le redini, monto
la sella e sistemo le staffe, ma come
è dolorosa la partenza!”
(Racc Pesc, III, 7)


Il terzo giorno dopo quella sera, fu quello del doloro saluto.
L’autunno aveva già soffiato con il suo alito sulle Cinque Vie e quella mattina il cielo appariva colmo di alte e dense nuvole.
Un freddo vento secco, come sorto dall’inquieta terra, attraversava in lungo e in largo la verde brughiera, come a voler far sfiorire in anticipo i fiori sopravvissuti alla calda stagione.
“Meglio mettersi in viaggio presto” disse il duca scrutando il cielo grigio “il tempo non promette niente di buono, oggi.”
Ardea controllava la sella, il suo equipaggiamento e le cose che aveva con se. Ripetè questa operazione due, tre, forse quattro volte, sempre con il medesimo esito.
“Gli stallieri sanno fare bene il loro lavoro, non credi?” Esclamò il duca osservando suo figlio.
“E’ così.” Rispose Ardea senza voltarsi.
“Quindi è inutile che controlli ancora il tuo cavallo.”
Ma le raccomandazioni del duca erano inutili.
Ardea infatti cercava di distrarsi in ogni modo, pur di rinviare anche solo per qualche altro istante il momento del saluto.
Ma anche questo, come tutte le cose necessarie, arrivò e chiese udienza.
“E’ tutto pronto, milord” disse Vico d’Antò, che avrebbe accompagnato Ardea fino alla capitale, al duca.
“E’ l’ora, ragazzo mio.” Disse il duca, mostrando forse per la prima volta incertezza nella sua voce orgogliosa.
Ardea sentì una morsa stringergli lo stomaco e poi il cuore. I suoi occhi si inumidirono e una profonda tristezza scese nel suo animo.
“Padre mio” disse stringendo forte il duca “abbiate cura di voi!”
“Quando tornerai” rispose il duca commosso “mi troverai qui ad aspettarti.”
“Che Dio vi assista!” Disse Ardea piangendo.
“Che Dio ti benedica!” Rispose il duca con la voce rotta.
Vico osservava con rispetto quella pietosa scena. In tanti anni mai aveva visto il duca commuoversi. Anzi, in realtà, era sempre stato convinto che quell’uomo non fosse capace di piangere.
In molte battaglie era stato al suo fianco e l’aveva visto sfidare nemici di ogni genere; da folli e visionari eretici, schiavi del demone dell'illusione, ad orde di selvaggi pagani, fino a cimentarsi con più avversari alla volta. Mai la paura aveva albergato nei suoi occhi durante battaglie e duelli, come ignota era anche la pietà al suo cuore davanti a traditori e malvagi cospiratori.
Con i suoi occhi, Vico, aveva visto una volta il duca ferito sul campo di battaglia, con una punta di lancia piantata in una gamba, senza però indietreggiare davanti ai nemici.
Quell’uomo, era convinto Vico, avrebbe dato la caccia anche al demonio. E fino all’Inferno!
Eppure oggi, quello stesso uomo, campione di incredibili avventure e vittorie, era la, davanti ai suoi occhi, a commuoversi per la partenza di un ragazzo che egli amava come un figlio.
Il suo cuore sanguinava ed i suoi occhi si inumidivano durante quel triste e sentito congedo.
E per pudore e rispetto verso quell’uomo che ammirava più di ogni altro, Vico si allontanò,lasciandolo solo nelle braccia di chi più gli era caro.
“E sia. Ora basta però!” Disse il duca, dopo alcuni istanti passati a stringere a se il caro figlio, con il tono di chi voleva apparire più duro di quanto in realtà non fosse. “Abbiamo già troppo rinviato questa partenza! Come ho detto, il tempo volge al peggio e non è saggio attraversare la brughiera durante una tempesta. Vico, dove siete?” Chiamò poi il suo più fedele cavaliere. “Non vorrete certo far ritardare ulteriormente la partenza, spero!”
“Eccomi, milord!” Rispose prontamente il cavaliere. “Tutti gli uomini sono pronti.”
La brigata, composta da Vico, Ardea e undici uomini, tra paggi e guardie ducali, dopo un ultimo saluto, partì dal castello delle Cinque Vie.
Ardea in cuor suo non sapeva quanto tempo sarebbe trascorso prima del suo ritorno a casa.
Egli in quel momento non aveva più certezze né sapeva cosa l’attendeva. Sarebbe stato degno e capace di essere nominato cavaliere dal re? Sarebbe riuscito a mostrare il suo vero valore alla corte di Afragolignone?
Ma ora il ragazzo non aveva nessuna risposta a queste domande.
L’unica cosa che sentiva era un sordo dolore nel profondo del suo cuore.


(Continua...)
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 28-09-2009 alle ore 00.08.37.
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