Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 10-11-2009, 01.45.37   #119
Guisgard
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ARDEA DE' TADDEI

XXXV

I° QUESTIONE: CAIVANIA, IL GREGGE DI TRAMANTO

“Sembrava quasi che gli spiriti del canto
non potessero concedere al loro protettore
un segno più amabile di gratitudine che questa
figlia, la quale possedeva tutto ciò che la più soave
immaginazione poté riunire in una tenera figura di
fanciulla.”
(Enrico di Ofterdingen, III)


Il lungo e solitario sentiero percorreva, tagliandolo da occidente, il folto bosco, fino a giungere nelle terre di Caivania.
Questa era la contrada più vicina ai territori del castello ducale. Racchiusa da questa densa e compatta macchia verde, Caivania sorgeva su terre assai fertili e da sempre aveva sostenuto un tributo per il duca.
Ma mentre erano ormai prossimi alla porta della contrada, Ardea e Biago furono colti dal crepuscolo.
“E’ inutile andare oltre” disse Ardea “sono posti sconosciuti per noi questi, meglio accamparci e riprendere il cammino domattina.”
All’improvviso però i due furono destati da un poderoso rumore di passi. Un attimo dopo una veloce e solida carrozza li raggiunse e li superò.
Il passo del veicolo era ben lanciato, ma non tanto da impedire ad Ardea di scrutarne l’interno.
E vide alcune donne. Ma solo su una cadde la sua attenzione.
Aveva un velo bianco attorno al collo, che incorniciava in maniera sublime un viso bellissimo e perfetto, dalla pelle come alabastro e dagli occhi chiarissimi.
Un cappello di stoffa annodata attorno al capo non teneva dietro tutta la sua bellissima chioma, nerissima come le piume di un corvo.
La corsa della carrozza permise solo per un breve istante questa paradisiaca visione ed Ardea ne fù completamente rapito.
“Io non so quanto potrò ancora vivere” pensò Ardea “se un giorno, un mese, un anno o cento. Però so che fino a quando il mio cuore pulserà e la mia anima mi apparterrà io non amerò altra donne che te!”
“Che fretta!” Esclamò Biago. “Per poco quella carrozza non ci travolgeva! Ma dove è diretta?”
“Non lo so” rispose Ardea “ma voglio scoprirlo!”
E si lanciò all’inseguimento, con Biago che lo seguì a ruota.
Dietro la corsa della carrozza, i due arrivarono in una radura buia ed irregolare. Al centro della quale sorgeva una piccola locanda.
Appena giunta, la carrozza fu fatta fermare dietro l’abitazione e lo steccato che racchiudeva quello spiazzo fu chiuso subito.
Ardea e Biago allora, impossibilitati ad avvicinarsi a coloro che scendevano da quella carrozza, legarono i cavalli fuori la locanda ed entrarono dentro.
Subito l’oste si avvicinò e li fece accomodare accanto al fuoco acceso, che rianimò con della legna secca.
Comandò poi ad un dei suoi figlioli di occuparsi dei cavalli dei nuovi clienti e servì a costoro del buon vino della casa.
“Una capra verde come insegna!” Disse ad alta voce Biago. “Come mai?”
“Capre e pecore” rispose l’oste mentre portava a tavola altro vino “se ne vedevano in abbondanza una volta da queste parti.”
“Ed ora invece?” Chiese Biago.
“Ora invece la terra di questi luoghi non da più buoni frutti come un tempo.”
“Carestia?” Chiese ancora Biago.
“Si…diciamo così.” Rispose l’oste. “I signori avranno fame, immagino. Mia moglie ha ancora sul fuoco uno sformato di carne e verdure davvero ottimo. Ve ne servo un po’?”
“Certo!” Rispose euforico Biago. “E innaffiatelo con altro vino, amico mio!”
“Sentito?”Disse Biago rivolto ad Ardea, “Sembra che qui ci sia una carestia.”
Ardea non fece caso a quelle parole. In realtà non aveva minimamente prestato attenzione alla conversazione del suo scudiero con l’oste.
Nei suoi pensieri vi era solo quel bellissimo volto visto poco prima in quella carrozza. E fremeva di sapere a chi appartenesse.
“Cos’hai?” Chiese Biago.
“Nulla…” Rispose assente Ardea.
“Sarà, ma mi sembri strano.”
“Non hai visto i passeggeri di quella carrozza che abbiamo incrociato nel bosco?”
“Incrociato?” Rispose lesto Biago. “Per poco non ci investiva!”
“Vi era una ragazza dentro.”
“E sei riuscito a vederla?” Chiese stupito Biago. “A quella velocità io a stento ho visto la carrozza!”
“Perché si sono fermati dietro la locanda?” Chiese Ardea.
“Chissà, forse sono di casa. O magari sono persone importanti.”
“Voglio chiederlo all’oste!”
“Lascia perdere!” Rispose Biago. “Mia nonna mi diceva sempre che la troppa curiosità chiama i guai!”
“Se i guai hanno il suo aspetto” disse Ardea “allora spero di incontrarne ogni giorno!”
In quel momento arrivò l’oste per servire la cena.
“Che profumino!” Esclamò Biago. “Amico mio, questo sformato canta!”
“A chi appartiene quella carrozza ferma dietro la locanda, dite?” Chiese Ardea.
“A certi gran signori, messere.” Rispose l’oste.
“Che signori?” Chiese Ardea, dominato dalla curiosità.
“Forestieri, credo. Sono di passaggio e pare non vogliano essere disturbati.”
Finito di cenare, Ardea uscì all’aperto.
Giunto dietro la locanda vi trovò un uomo addormentato di guardia alla carrozza.
Notò al piano superiore dell’edificio un luce provenire da una finestra.
Vinto dalla curiosità, l’indomito ragazzo, con fare ardito, si arrampicò sul capanno delle stalle e si accostò alla finestra.
Udì allora un rumore provenire dalla stanza e per prudenza saltò giù nello spiazzo.
Un momento dopo la finestra si aprì ed una donna si affacciò nel buio della sera.


(Continua...)
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 10-11-2009 alle ore 19.04.20.
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