Cheyenne decise di seguire così quell'indigeno.
Attraversarono insieme un tratto di boscaglia, fino a raggiungere il lago che si trovava alle spalle della villa del colonnello.
Da qui l'indigeno condusse la ragazza verso un piccolo molo poco distante.
E qua, davanti ad una capanna di pescatori, Cheyenne vide altri cinque indigeni.
Erano tre maschi e due donne.
Portavano colorate collane di fiori e diademi fatti con petali intrecciati a larghe foglie secche.
Le due indigene allora si avvicinarono a Cheyenne, mettendole al collo altre collane di fiori e sistemando tra i suoi capelli uno di quei diademi.
La fecero poi sedere su una canoa sulla sabbia, coprendo la ragazza con un variopinto pareo.
Uno di quegli indigeni percuoteva un rozzo tamburo tribale, al cui suono gli altri suoi compagni danzavano.
Ad un tratto, l'indigeno che aveva condotto lì Cheyenne sorrise nuovamente alla ragazza.
“Hawa, tua meno resta.” Disse nel suo incomprensibile idioma. “Bacu, tama lin fao.”
“Ha detto” all'improvviso una voce alle spalle di Cheyenne “se vuoi benedire lui e la sua sposa. Essendo la regina della sua isola, tu ne hai facoltà.”
Era Fhael e fissava Cheyenne sorridendo.
Un attimo dopo si sedette sulla canoa accanto alla ragazza.