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Vecchio 30-07-2010, 15.47.35   #10
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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IL CAVALIERE DI SEMIFONTE

III

E mentre la notte trascorreva inquieta, Icaro fu destato da alcuni rumori.
Scese allora di corsa giù e vi trovò la sua vecchia nonna a fissare il portone.
“Cosa è stato?” Chiese lui.
“Non so…” rispose lei “… ho udito come dei passi e poi dei colpi. Provenivano dalla strada credo…”
“Forse sono scoppiati nuovi scontri…” disse Icaro.
“Che siano maledetti!” Esclamò la nonna. “Perché non ci lasciano in pace?”
Ad un tratto i loro discorsi furono interrotti da qualcuno che bussava alla porta.
“Chi è?” Chiese Icaro.
“Siamo amici…” rispose una voce da fuori.
“Non aprire, non conosco questa voce!” Disse la nonna.
“Che amici?” Chiese Icaro facendo segno alla nonna di non parlare. “I miei amici hanno tutti un nome! Il vostro qual è?”
“Sono Ubaldo de’Bardi…” rispose la voce da fuori “… ero amico di vostro nonno…”
“Non aprire!” Disse la nonna.
“Cosa volete a quest’ora?” Chiese Icaro.
“Sono con dei compagni…” rispose Ubaldo “… uno dei nostri è ferito. In nome del Cielo aiutateci!”
“Potrebbe essere una trappola.” Disse Icaro.
“Non lo è, vi giuro!” Aprite o per noi è la fine! Sul mio onore, vi invoco da cristiano!”
Icaro allora, sotto gli occhi spaventati della nonna, aprì la porta.
Un attimo dopo 5 uomini entrarono dentro richiudendo poi la porta dietro di loro.
“Dio vi benedica…” disse Ubaldo “… credevamo di essere ormai perduti.”
“Perché portate le vostre faide in casa mia?” Chiese Icaro. “Io, come mio nonno, non mi sono mai immischiato in queste assurde lotte. E voi invece stanotte proprio qui venite a bussare.”
“Perdonatemi, messere, ma se non avessimo bussato alla vostra porta, stanotte stessa avremmo varcato quella dell’Inferno!”
“Cosa volete qui?” Chiese Icaro. “Solo protezione?”
“No, messere.” Rispose Ubaldo “Non vi avremmo coinvolti solo per sfuggire ai nostri nemici.”
“E allora cosa cercate qui?”
“Il mio compagno Massimo…” indicò uno dei suoi Ubaldo “… è ferito. Ha bisogno di cure.”
“Portatelo in quella stanza.” Indicò Icaro. “Presto, prendete il necessario per poter curare quell’uomo.” Disse poi alla nonna.
Così, a quello sfortunato furono prestate le cristiane cure.
“Avete detto di non esservi mai immischiato negli scontri tra Guelfi e Ghibellini…” chiese Ubaldo ad Icaro, mentre questi lavava la ferita al suo compagno.
“Si, è vero.”
“E perché mai?” Domando Ubaldo. “Non è forse sangue quello che vi scorre nelle vene? Non siete forse voi un uomo come lo sono io o ciascuno dei miei compagni?”
“E’ curioso…”
“Cosa è curioso?” Chiese Ubaldo.
“Il metro che utilizzate per definire chi è uomo da chi invece non lo è.”
“Come fate a starvene qui, con le mani in mano, mentre tutti lottano per qualcosa?”
“E per cosa lottate voi invece?” Chiese Icaro. “Per l’imperatore? Per la Chiesa?”
“Nell’accoglierci, non ci avete fatto domande… non vi interessa sapere a quale fazione apparteniamo?”
“Non mi interessa.” Disse Icaro.
“Una vita senza ideali” sentenziò Ubaldo “non è degna di essere vissuta!”
“Li chiamate quindi ideali?”Chiese Icaro. “Così allora definite le risse e gli omicidi? Le liste di proscrizione e le confische? Per arrivare a cosa? Ai processi ed alle condanne?”
“Tutto ha un suo prezzo da pagare nella vita.”
“E per cosa poi?” Chiese Icaro. “Per finire così? Come questo sfortunato?” Indicò poi l’uomo che stava curando.
“Non vi comprendo…”
“Sono quelli come voi che rendono questo mondo la grande tragedia che è!” Disse Icaro.
“Allora perché ci avete aiutato?”
“Perché sono un cristiano.” Rispose Icaro. “L’impero e la Chiesa per me non sono nemici, ma solo due facce della mia Fede religiosa.”
Ubaldo lo fissò senza rispondere nulla, incuriosito ma anche affascinato dal giovane che gli stava davanti.


(Continua...)
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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