L'aria fresca della sera, scendendo sul reame, portava sollievo dopo la calura del pomeriggio, mentre le ultime luci del Sole morente si spegnevano nell'incantato crepuscolo.
Nella stradina che costeggiava le grandi mura di Camelot si udiva l'eco di passi. Una figura, fiera e pensierosa, la stava percorrendo. Questa, per portamento e movenze, di certo era di nobile lignaggio.
Così alla fine della stradina si trovò in una piazza, in fondo alla quale vi era una taverna. L'uomo vi entrò e subito il vivace chiasso del locale gli donò un senso di serenità.
"Oste, portami del vino e qualcosa da mangiare!" Ordinò l'uomo, che dai vestiti palesò a tutti essere un cavaliere.
Mentre mangiava, quasi con gesto usuale e senza badarvi, il cavaliere portava la mano sul braccio sinistro, dove stringeva una sua vecchia ferita.
Poi iniziò a guardarsi intorno, tra le risate e le urla della gente. E tra tutti il suo suo sguardo si fermò su una donna, bellissima ed eterea, che conversava con un altro cavaliere...
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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