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Il viaggio continua
La gente passa, la gente parla, la gente continua le proprie vite come nulla fosse mentre uno dei tanti viandanti calca la strada poverosa. E' vestito di stracci, poco più di un sacco di tela e coprire quel corpo gracile, magro e pallido. Ma un solo carattere risalta in quel corpo segnato dalle intemperie e dal digiuno: gli occhi. Come fornaci brillano sotto il cappuccio osservando il mondo con fare sognante. Poche volte si soffermano ed è solo per gioire di sfavillii della luce sui vetri. Le sopracciglia irsute sembrano cespugli su quell'arida pelle rugosa. Le labbra crepate non chiedono acqua ma la desiderano, fortunatamente una fontana poco distante riesce a saziare quella lingua quasi gonfia.
Xela:
"Oh! Frate sole! Indugiate anche voi in quest'acqua."
Il viandante parla alla pozza dove l'astro di mezzogiorno si specchia in increspature dorate. Subito d'inginocchia e con le mani giunte sfiora la superficie dell'acqua e si chiude in una meditazione profonda, silenziosa. Qualcuno lo guarda e non sa prenderlo per un pazzo o per uno troppo stanco per stare in piedi.
Xela:
"Siamo ora insieme in questo specchio di limpida purezza, grazie Iddio! Gloria a te che sostieni quella lucente fonte e ne lasci i raggi in queste fresche acque! Ah, bontà dello Spirito Celeste!"
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