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Vecchio 11-02-2014, 22.01.44   #22
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Come promesso, eccovi la mia recensione di questo libro.
(Premetto che non sono un medievista, e non ho mai fatto una recensione.. se faccio qualche sbaglio, fatemelo presente..)

Complessivamente questo libro mi è piaciuto moltissimo, è ben strutturato e completo. Flori è uno storico francese molto preparato, nonché allievo di Duby.
Ricordo una professoressa di storia medievale che ci parlava dell'imbarazzo che alcuni temi mettono ai medievisti, e uno di questi era la cavalleria.
Temeva di cadere nel folklore popolare, di non essere presa sul serio. Beh, niente di tutto questo.
Il libro affronta gli argomenti con ottimo rigore scientifico e senso storico, la bibliografia è ricca e le note esaustive. E, per quanto mi riguarda, ottimo l'uso delle fonti, anche quelle letterarie, spesso snobbate in questi contesti.

L'analisi parte dal contesto in cui si forma la cavalleria "propriamente detta", cercandone le radici nella cavalleria romana (con scarsi risultati) e poi nella società germanica.
Sottolineando anche l'importante ruolo svolto dalla Chiesa, che non riesce ad estirpare il culto della violenza nelle società germaniche, ma tenta di disciplinarlo.

Attraverso un excursus storico dalla dissoluzione dell'Impero d'Occidente, fino alle signorie, passando naturalmente per l'Europa carolingia e vassallatico-beneficiaria, l'autore cerca l'evoluzione e la formazione della cavalleria. Passerà poi a spiegare come nobiltà e cavalleria arrivino ad intrecciarsi, senza però sovrapporsi.
Perché, lo sappiamo tutti benissimo qui, un soldato a cavallo non è un "cavaliere"!

E infatti nella seconda parte spiega proprio come sia avvenuto il passaggio tra il semplice armato a cavallo e il cavaliere.
Analizza il comportamento in guerra e l'importanza nei tornei.
E' bello vedere come l'ideologia cavalleresca, l'etica, il codice di comportamento non siano innate, ma seguano un percorso preciso nel corso dei secoli.

La parte più interessante, almeno per me, è però l'ultima: l'ideologia.
Qui si vedono le due forze diverse che possono influenzare il cavaliere: la Chiesa o la letteratura.

Da una parte abbiamo il tentativo della Chiesa di "disciplinare" i cavalieri, spingendoli a servire non il mondo ma Dio.
Quindi la partecipazione dei cavalieri alle crociate, il loro conflitto interiore tra uomini di Dio e cavalieri che sfocerà nella costituzione degli ordini cavallereschi.
Dall'altra, invece: l'amore "cortese" come superamento di sé, la ricerca dell'onore e della gloria.
L'evoluzione dei modelli: da Orlando a Tristano, da Ivano a, soprattutto, Lancillotto, il cavaliere perfetto.
E ancora il tentativo di cristianizzare il mito arturiano, togliendo l'amore adulterino, scomodo in Parsifal, o Galahad, che riunisce le qualità di Lancillotto alla castità della madre.

E infine, il lento declino della cavalleria, da semplice titolo onorifico a mito.

Ma un mito vero e vivo più che mai.. almeno, fra queste mura

Insomma, se volete un'analisi completa ed esaustiva della cavalleria in tutte le sue sfaccettature, questo è un ottimo libro!
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