Talia si fermò davanti al maxi schermo, a fissare il volto di quella donna e ad ascoltarne le parole.
Parlava di sogni, di insoddisfazione, di ricerca della felicità.
E lo faceva come se stesse vendendo uno qualsiasi di quei prodotti che solitamente affollano le nostre tv in casa.
Lì erano finiti i finanziamenti che Talia attendeva per i suoi progetti, in quell'assurda pubblicità.
La Sum Soft aveva monopolizzato non solo l'attenzione dei media, ma anche di molti imprenditori privati, che avevano intuito l'affare del secolo.
Poi la pubblicità cambiò.
La donna virtuale rise e mostrò due pillole, una rossa ed una verde.
“Questa” disse mostrando quella rossa “è ciò che ingoiate ogni giorno... è fatta di compromessi, di rassegnazione... questa invece” indicando la verde “è quella che vi offriamo noi... per raggiungere i vostri sogni... o forse, più semplicemente, per farvi svegliare da questo sonno senza più sogni...” ingoiò la pillola verde e rise ancora.
Un attimo dopo la pubblicità ripartì di nuovo dall'inizio.