Discussione: Personaggi Donne nel Medioevo
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Vecchio 30-03-2017, 11.54.18   #308
Taliesin
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LA MONACA ED IL PITTORE: LUCREZIA BUTI.

Lucrezia figlia di Francesco Buti e di Caterina Ciacchi, nacque a Firenze nell'anno 1435. Diventò monaca nel monastero di Santa Caterina di Prato, dove, secondo Vasari, fu incontrata da Filippo Lippi che lavorava in città su la tavola della Madonna dà la Cintola a san Tommaso.

Lucrezia Buti fece probabilmente il modello per Santa Margherita.

Filippo si innamorò di lei e con grande scandalo la rapì in occasione della processione della Sacra Cintola, facendola stabilire nella propria casa. Lei, come il Lippi, era stata vittima della monacazione forzata per la povertà della sua famiglia e dovette essere ben lieta di , venendo in primo momento seguita anche dalla sorella Spinetta e da tre consorelle, le quali però, a differenza di Lucrezia, tornarono presto in monastero per placare lo scandalo suscitato.

Dall'unione dei due nacque Filippino Lippi nel 1457 e nel 1465 la figlia Alessandra Lippi. La relazione tra il frate Filippo e la monaca Lucrezia destò molto scandalo all'epoca e venne osteggiata in tutti i modi dalla curia. Solo grazie all'interessamento di Cosimo il Vecchio la coppia ottenne una dispensa dai voti da Pio II per potersi sposare, ma, come riporta Vasari, i due non si sposarono mai, perché Filippo preferiva fare "di sé e dell'appetito suo" come gli pareva.

I due convissero in una casa in piazza del Duomo, vicino a dove il Lippi era impegnato nella realizzazione degli affreschi della cappella maggiore. Lucrezia fu forse il modello della sinuosa Salomè e il suo volto idealizzato si trova anche in altri capolavori del pittore, come la celeberrima Lippina degli Uffizi.

Se la tormentata storia d’amore del Lippi darà scandalo senza precedenti tra i contemporanei, la grandezza della sua arte non sarà mai messa in dubbio, come testimonia l¹apprezzamento del Vasari: ³Fece in questo lavoro le figure maggiori del vivo dove introdusse poi agli altri artefici moderni il modo di dare grandezza alla maniera d’oggi.

Fra tutti i committenti, Cosimo il Vecchio sarà senz'altro il suo più grande estimatore, pronto a sopportare per amore dell'arte le intemperanze sentimentali del frate scapestrato. Narra sempre il Vasari (Vite, 1568) che un giorno Cosimo spazientito per i suoi continui ritardi, chiudesse il frate nel Palazzo di via Larga con l¹intento di fargli finire un lavoro. Ma dopo due giorni il Lippi spinto da furore amoroso, anzi bestiale, una sera con un paio di forbici fece alcune liste de’ lenzuoli del letto, e da una finestra calatosi, attese per molti giorni a' suoi piaceri.

Taliesin, il Bardo
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"Io mi dico è stato meglio lasciarci, che non esserci mai incontrati." (Giugno '73 - Faber)
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