Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 31-03-2011, 00.14.22   #108
Morrigan
Cittadino di Camelot
 
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Morrigan ha un'aura spettacolareMorrigan ha un'aura spettacolare
“Io, milady? E come mai? Forse mi trovate davvero bizzarro come il Fato, devo credere?”

Le sorrise, e per un attimo Morrigan sentì di aver smarrito la sua abituale sicurezza. Quell'uomo scherzava. Quell'uomo non la conosceva affatto. Che sciocchezza credere che avrebbe potuto avere una qualche forma di interesse nella sua storia!
Esitò nel rispondere, e lui subito continuò, accomodandosi la sella sulle spalle:

“Certo che la campagna da queste parti è alquanto mesta… eppure c’è un bellissimo tramonto che dovrebbe destarla da ogni angoscia, non trovate?”

Morrigan, meccanicamente, rivolse lo sguardo verso il sole che ormai si era rifugiato dietro la linea lontana e scura dei monti. Il cielo brillava di sottii linee rosse, il cui colore era talmente intenso da far tremare l'anima.
Dalle sue labbra sfuggì un impercettibile sospiro.

“La campagna Capomazdese è viva, milord…” intervenne Ravus, irrompendo in quel momento e strappandola alla vista di quel tramonto.

Parlarono tra loro. E di nuovo Morrigan non potè fare a meno di notare la strana atmosfera che si veniva a creare ogni volta che si accennava alla situazione in cui versava il Granducato di Capomazda. Una sottile, soffocata reticenza aleggiava intorno alle parole... qualcosa di celato, di interrotto... si domandò se non fosse il caso di chiedere di più. In fondo era arrivata fin là, aveva deviato dal suo percorso per raggiungere quel ducato, quindi le sembrava quasi che una spiegazione le fosse in qualche modo dovuta.

Si accorse che Guisgard si era separato dal gruppo e si stava allontanando, forse per raggiungere quel capitano della guardia che gli era stato indicato prima. Lo guardò mentre attraversava la corte. Non gli aveva detto nulla, infine. E forse era stato meglio così... forse non era niente più che una sciocchezza senza valore... già... eppure anche quello era un segno, non riusciva a negarselo!
Aveva viaggiato a lungo, per terra e per mare. Era giunta fino alle bianche scogliere di Albion, senza mai avere alcuna notizia dell'uomo che cercava. Quando era giunta a Camelot era ormai profondamente scoraggiata. Non aveva alcuna traccia e non aveva alcuna speranza. Poi, tutto d'un tratto, quei segni...
Morrigan credeva nei segni. Credeva che nulla accadesse per caso, e che, a ben guardare, il mondo era pieno di indicazioni... buone o cattive, chissà... ma c'erano, non aveva dubbi!
E di colpo, dal nulla, in mezzo all'assenza e in mezzo al silenzio, i segni si erano mostrati e quasi affastellati, e tutti dicevano la stessa cosa... che era quella la via! Troppe coincidenze valevano più di una prova... quella donna, Melisendra, e le arti arcane che di certo celava... la rivolta di Lord Cimarow e le sorti di Capomazda, che tanto somigliavano agli eventi che avevano rivoltato le terre di Cassis un tempo... e poi quel cavaliere... quel cavaliere che... ma non è possibile... il mare è pieno di pesci!
Con quella frase, Morrigan si rassegnò a seguire i paggi che la condussero nel suo alloggio.

Toccare quei broccati le ricordava sua madre.
Aveva un ricordo vago e dolciastro di sua madre. E come avrebbe potuto essere diversamente? Aveva solo quattro anni quando lei era morta. Ma ne conservava un'immagine che era fatta di colori, del fruscio dei vestiti, dei lunghi nastri, dei fiori che sempre intrecciava tra i lunghi capelli scuri. Senza nemmeno rendersene conto, avvicinò l'abito al viso, e, chiudendo gli occhi, affondò la guancia in quella stoffa, carezzandola. Disperatamente cercava di nuovo quel profumo, quel profumo che non c'era, che non avrebbe potuto mai esserci...
Scosse il capo, si staccò da quella veste, lasciando ricadere la mano. Doveva dunque scegliere uno di quegli abiti? Era questo che ci si attendeva da lei? Si ricordò che, in fondo, era in un palazzo, nella capitale di quelle terre, e con ogni probabilità era quello che ci si attendeva da ogni ospite. Che poi fossero giunti in quel luogo per altri motivi, che la guerra fosse alle porte, che probabilmente gi uomini di Cimarow in quel momento fossero intenti a saccheggiare e distruggere qualcuno dei villaggi vicini, tutto questo sembrava non avere alcuna importanza. A tutti era richiesto di mantenere le forme e il decoro, e per questo, nonostante ciò che accadeva fuori dal palazzo, dentro il palazzo tutto doveva restare immutato e ligio alle tradizioni. Almeno in apparenza.

Scelse un abito di un profondo rosso scuro, simile al sangue versato. Le era sempre piaciuto quel colore. Le donne le avevano lavato e profumato i lunghi capelli, ma non aveva permesso loro di acconciarli in alcun modo. Li aveva lasciati sciolti sulle spalle. Era la piccola infrazione alle regole che suo zio Morven le aveva sempre concesso, nonostante non fosse più una ragazzina.
Così, abbigliata a quel modo, con un lieve velo che le copriva il capo senza nascondere la sua bellezza, la duchessa Morrigan, erede delle terre di Cassis, raggiunse la corte scendendo le scale con calma glaciale, mentre nella sua testa la curiosità l'assaliva, pungendola con le sue tante domande.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
Morrigan non è connesso