Discussione: Blaue Blume
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 24-07-2017, 16.39.13   #420
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Capitolo II: L'orco che ride


“Ucci ucci, sento odor di Cristianucci.”

(Perrault, Pollicino)



Il comandante Zulian entrò di buon passo, come sempre faceva quando era in movimento, tradendo quella sorta di ansia costante che pareva animare ogni sua membra e che tanto metteva sul chi va là i suoi uomini.
Ross era il più anziano e forse brillante del gruppo, da una vita nella polizia federale e come nessun altro sapeva mostrarsi pacato e riflessivo.
Stent invece era il tecnico della situazione, esperto di ogni tipologia di congegno ed abilissimo nel far funzionare le cose.
Poi c'era Zambr, tiratore scelto e pilota provetto, Monique, bellissima e mora, nonché ex avvocato prima di entrare nei federali, Pier, ex detective privato ed infine Win, detto il Tattico a causa della sua innata capacità di cercare, trovare e studiare ogni sorta di traccia.
Zulian entrò e tirò un paio di calci alla macchinetta che distribuiva i caffè.
"Perché diavolo" disse seccato "in ogni dannato ufficio c'è sempre una di queste macchinette rotte?"
"Lo fanno per spillare soldi alla gente, capo." Sorridendo ironica Monique. "Di là" indicò la ragazza "ci sono i tre ragazzi accusati di aggressione e forse dell'omicidio di Rasti Hut, il ragazzino scomparso stamattina nel nulla. Si teme possa trattarsi del 23 bambino."
Zulian non mostrò alcuna espressione sul suo volto essenziale.
"Vado ad interrogarli." Con voce afosa.
Passò nell'altro stanzino e trovò i tre ragazzini mesti e spaventati, con accanto i loro due avvocati.
"Sono minorenni" uno dei due legali "e non potete tenerli qui."
"Tuo nonno..." mormorò pianissimo il federale.
"Prego?" Stupito l'avvocato.
"Ho detto" fissandolo Zulian "tuo nonno."
I due legali si guardarono confusi.
"Perché avete pestato a sangue Rasti?" Chiese di botto il federale ai tre ragazzini. "Perché era frocio?" Sfogliando il rapporto sull'accaduto.
"Lei non può usare un simile linguaggio dispregiativo davanti a tre minori." L'altro avvocato.
"Ascoltami..." spostando lo sguardo Zulian verso il legale "... i qui presenti tuoi tre assistiti rischiano di essere accusati, nella migliore delle ipotesi, di bullismo. Inoltre c'è un ragazzino di undici anni scomparso nel nulla. Un ragazzino che a scuola tutti hanno visto insultato dai tuoi tre galantuomini perché ritenuto omosessuale. Credi che a me possa fregate di quanti anni hanno? Di voi due freschi laureati che giocate a fare Perry Mason? O forse di questo schifosissimo ed afoso Luglio che mi costringe a star qui a lavorare, quando invece vorrei essere con mia moglie a vegetare su una sabbiosa ed affollata spiaggia di qualche lurido lido?"
I due avvocati restarono sgomenti ed i tre ragazzini si spaventarono ancor di più.
"Avanti, raccontatemi tutto." Tornando a guardare i tre giovani accusati. "Dall'inizio. E cercate di essere convincenti."
"Abbiamo avvicinato Rasti all'uscita da scuola..." uno dei tre a capo chino "... sapevamo che quel giorno, come tutti i Mercoledì, suo nonno sarebbe passato più tardi a prenderlo. Allora lo abbiamo costretto a seguirci... gli avevamo detto che avremmo fatto solo una passeggiata attorno all'isolato..."
"Invece?" Zulian.
"Invece lo abbiamo portato alla vecchia fabbrica di batterie..." con la voce incerta il ragazzino "... quella abbandonata... ed abbiamo cominciato a spintonarlo... volevamo solo spaventarlo... è volato qualche schiaffo, vari insulti... ci siamo fatti prendere la mano... ma non volevamo fargli del male..."
"Poi?" Freddamente Zulian.
"Poi..."
"Non dire altro." L'avvocato.
"Un'altra parola e vi sbatto entrambi fuori di qui a calci in bocca." Distratto il federale ai due legali.
"Poi..." singhiozzando il ragazzino "... abbiamo... abbiamo deciso di buttarlo di sotto, nel canale che passa accanto ai vecchi cancelli... si sarebbe fatto un bagno, niente di più... ma poi... poi abbiamo visto quel pagliaccio..."
"Che pagliaccio?" Con gli occhi come fessure oltre gli occhiali Zulian.
"Un pagliaccio... era vestito come quelli del circo ed assomigliava al clown che pubblicizza i panini..."
"In verità" un altro dei tre ragazzini "non assomigliava a nessun altro pagliaccio... era sporco e giocava con delle palline..."
Zulian mostrò una smorfia impercettibile.
Sapeva bene che nel racconto di chi veniva accusato di omicidio o qualche altro fatto grave, prima o poi, compariva sempre un altro individuo a cui poter dare la colpa.
"Mi interessa sapere cos'è accaduto quando avete buttato Rasti nel canale." Il federale.
"Il pagliaccio ci guardava e ridacchiava..." il primo bambino "... ci diceva di buttarlo giù che poi sarebbe volato via... come le sue palline... e così... appena Rasti cadde nell'acqua cominciò a tossire e sputacchiare... allora il pagliaccio lo afferrò per un braccio, trascinandolo fino alla sponda... mentre le sue palline cominciarono a rimbalzare ovunque... non erano più cinque o sei... erano decine di palline... decine e decine di palline... palline ovunque... di tanti colori... tutti i colori... e trascinava via Rasti... allora lo tirò fuori dall'acqua e mise la testa sul suo collo... ci guardava e rideva... col suo sorriso rosso dipinto... ed i suoi occhi d'argento..."
"Gli mordeva il collo e mostrava i denti..." il secondo bambino "... tanti denti... denti grossi come quelli del leone allo zoo..."
"Io non so se mordeva il collo di Rasti..." fece il terzo bambino "... forse aveva solo la testa sotto il suo capo... e ci guardava... guardava e sorrideva... come... come un bambino che ridacchia senza capire perché..."
Un attimo dopo Zulian uscì dallo stanzino, gettando il rapporto su una delle scrivanie.
"Allora?" Guardandolo Ross. "Cosa hai scoperto, capo?"
"Che nel sottosuolo di questa città" sarcastico Zulian "c'è un pagliaccio vampiro." Scuotendo il capo. "Intanto quei tre resteranno nostri ospiti."
"L'accusa?" Ross.
"Trovane una tu..." rispose Zulian "... bullismo... o anche possesso di stupefacenti... avevano diversi spinelli negli zaini, no?" Per poi andare in bagno.
Uscì e tirò un altro calcio alla macchinetta del caffè, per poi inveire a causa del suo mal funzionamento.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso