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Vecchio 17-07-2012, 20.52.00   #2788
Talia
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Risi quando Guisgard, con un gesto rapido ed inatteso ma delicato, mi prese in braccio e si avviò verso la scala...
“Sei matto...” gli sussurrai all’orecchio...

Quel leggero vento proveniente dal bosco accarezzava il giardino, frusciava attraverso la siepe, avvolgeva appena i carichi alberi da frutto del cortile e poi giungeva a me, seduta con gli occhi socchiusi e la fronte alta verso il cielo terso. Non avevo mai amato particolarmente sentire il calore cocente del sole sulla pelle né crogiolarmi ai suoi raggi... tuttavia quel giorno, dopo ben più un mese in cui ero stata costretta a letto con la gamba immobilizzata per quel brutto incidente, tutto mi sembrava di una bellezza nuova, persino quel caldo e quella luce accecante mi sembravano gradevoli.
“In tutta sincerità...” disse ad un tratto una voce scherzosa alle mie spalle “non riesco davvero a capire come tu riesca a resistere qui ferma a questo caldo!”
Aprii gli occhi ed osservai Guisgard avvicinarsi...
“Se tu fossi stato tanto a lungo costretto a letto senza poterti alzare come è successo a me, non diresti questo!” risposi.
Lui sorrise appena, poi si sedette vicino a me...
“Come va la tua gamba, oggi?”
“Non so...” stringendomi nelle spalle “Come sempre, credo! Non riesco a piegarla né a muoverla... ma almeno non mi fa più male, ora! E tu...” soggiunsi poi “Che cosa fai qui?”
“Oh, si...” esclamò raggiante “Sai... visto che abbiamo passato tutta la mattina ad esercitarci con la spada alla radura, il Maestro ha acconsentito a concederci il pomeriggio libero!”
“Fantastico!” esultai “Allora... oh, Guisgard, allora possiamo fare qualcosa?”
Lui sorrise...
“Cosa vorresti fare?” chiese.
“Non lo so...” mormorai “Non so... ma qualcosa di magico... potresti raccontarmi una delle tue storie... oppure potremmo...”
Ma non potei aggiungere altro perché un piccolo gruppo di fratelli ci raggiunse di corsa e gridando...
“Sei qui...” disse Brand a Guisgard, la voce alta e concitata “Vieni, dai... dobbiamo andare al lago... Fyellon vuole ritentare ad attraversarlo a nuoto, dice che può batterti questa volta, dice che l’altra volta hai vinto tu perché lui si era ferito ad un piede, dice che hai barato, dice che...”
“Cosa?” gridò Guisgard, balzando in piedi “Io avrei barato?”
“Esattamente!” rispose Fyellon, arrivando in quel momento con Sabant e Pidge “E tra poco te lo dimostrerò!”
“Benissimo!” sbottò lui “Bene... non vedo l’ora!”
“Si, andiamo!” entusiasta Monty, mentre Fyellon e gli altri si stavano già avviando verso il bosco “Dai... e poi questo pomeriggio è l’ideale...”
“Si!” rispose subito Guisgard “Si, allora...”
Ma poi si bloccò e si voltò a guardarmi...
“Devi andare!” dissi allora, sforzandomi di sorridere.
“Talia, senti...” iniziò a dire... io però scossi la testa...
“Guisgard...” lo interruppi “Non preoccuparti per me... davvero! Starò bene qui!”
“Ma io... Io non vorrei andar via... E’ solo che Fyellon...”
“Lo so!” mormorai “Non fa niente... sarà per un’altra volta...”
“Guisgard, andiamo!” lo chiamavano intanto Rooney e Hans “Presto!”
Lui guardò per un istante loro, poi tornò a guardare me, poi di nuovo loro che lo chiamavano a gran voce...
“Tanto non verrà!” sentimmo Fyellon dire “Non verrà... vedrete... ha paura!”
A quelle parole Guisgard tornò a fissare di scatto il bosco e, quasi d’istinto, si avviò in quella direzione...
Io abbassai gli occhi, triste... mi sentivo infinitamente sciocca... sapevo che il lago era una forte attrattiva, e poi c’era la sfida con Fyellon ed i fratelli che lo chiamavano... ma mi sentivo sciocca perché una parte di me aveva ardentemente desiderato che Guisgard restasse, aveva sperato che desiderasse stare con me...
Sospirai...
Poi, all’improvviso, un rumore di passi di corsa sull’erba mi indussero di nuovo ad alzare lo sguardo...
“Che vadano tutti al diavolo... io non vado da nessuna parte senza di te...” mormorò Guisgard, raggiungendomi in quel momento e chinandosi per prendermi in braccio, cautamente per non piegare la mia gamba convalescente.
“Ed avrai la tua storia...” soggiunse, avviandosi poi di nuovo verso il bosco con me tra le braccia “La storia di un cavaliere senza macchia che sta per affrontare una terribile prova... avversario, un cavaliere reietto... luogo della disfida, un lago magico in mezzo ad una folta e misteriosa foresta incantata... che te ne pare?”
“Ed il premio per il vincitore?” domandai divertita.
“Oh, beh... il premio sarai tu a sceglierlo, mia dolce dama...”
Sorrisi... ed improvvisamente mi sentii di nuovo felice.


Battei le palpebre e quel ricordo sfumò, mentre un vago sorriso tornava ad incresparmi le labbra...
Istintivamente mi strinsi a Guisgard e gli poggiai un leggero bacio sulla guancia.
Un istante dopo raggiungemmo il piano di sotto e la locandiera ci portò focacce e marmellata, dei biscotti ancora caldi e della frutta fresca...
Per qualche tempo mangiammo in silenzio... la mia mente ancora presa da quel ricordo... poi, quasi riscuotendomi, avvertii la preoccupazione di Guisgard...
“Che cos’hai?” gli mormorai all’orecchio “Che cosa ti preoccupa?”
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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