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Vecchio 24-06-2016, 04.40.20   #9760
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Non tutti sono poeti.
Anzi, forse solo pochissimi si avvicinano all'esserlo davvero.
Oggi basta poco per essere chiamati poeti.
Persino scartare un cioccolatino e leggerci dentro chissà quale frase presa da questo o da quell'autore, basta a far diventare poeti secondo alcuni.
Forse davvero poesia ed arte sono le parole più utilizzate ed inflazionate del mondo.
Quasi come libertà, ma quella è un'altra storia.
Io di certo non sono un poeta.
L'ho capito col tempo, quando sin da piccolo in notti come queste passeggiavo con la testa all'insù, a fissare le stelle e a chiamare la Luna.
Già, la Luna.
E' così bella che è quasi impossibile non chiamarla.
Come quando incontri una ragazza che ti abbaglia.
Molti, fissando la Luna, giurano di vederci un volto dentro.
Magari è così.
E quel volto forse è proprio quello di una donna.
Chissà, magari quello della ragazzina che ci faceva girare la testa ai tempi delle superiori.
Quella che al solo pensarla non mangiavi, sospiravi e facevi cose assurde, come perdere il treno per tornare a casa e saltare su invece a quello diretto da tutt'altra parte.
Già, i treni.
Sembrano fatti apposta per l'Amore.
In ogni film d'Amore, tipo quelli in bianco e nero, infatti si vede un treno che va da qualche parte.
E viaggiare in treno è diverso dal farlo con ogni altro mezzo.
Forse perchè ti da il tempo di pensare.
Non puoi fermarti se ti va e neanche scendere prima della tua destinazione.
Devi aspettare e dunque resti a pensare.
E proprio un treno serviva a raggiungere quella ragazzina.
Quella delle superiori.
Quella che ti guardava con sospetto, non capendo se le parlavi sul serio oppure no.
Invece era tutto vero, sai?
L'Amore, il Fiore Azzurro e persino il Santo Graal.
Tutto vero.
Oggi come in quelle mattinate in treno.
Chissà se davvero l'avevo convinta.
E da un treno la Luna sembra essere più vicina.
Si, quasi da poterci giocare con le dita sul finestrino, mentre attraversi il mondo.
Giocare a prenderla con le dita.
E naturalmente a parlarci.
Quante volte l'ho chiamata la Luna.
Per salutarla, per farle un complimento, per invitarla a giocare e persino per chiederle di sposarmi.
Eppure lei non mi ha mai risposto.
Mai.
Neanche stanotte.
Neppure in questa notte così silenziosa e solitaria.
Così indifferente e sfuggente.
No, lei non mi risponde mai.
Mi ascolta lo so, mi guarda e forse mi pensa.
Ma non mi risponde.
Eppure si dice che a qualcuno arrivi a rispondere.
Forse ai poeti.
Si, a loro la Luna risponde.
A me no.
Ma io vi ho detto che non sono un poeta, no?
Non lo sono.
Me lo dice la Luna.
E la Luna, proprio come la ragazzina che ci faceva girare la testa ai tempi delle superiori, non mente mai.
Eppure era tutto vero, sai?
Tutto, ogni parola, ogni promessa ed ogni sogno.
Chiedilo alla Luna.
Lei, non mente mai.
Mai.

Buonanotte, Camelot...
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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