Discussione: Enigmi a Camelot
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Vecchio 29-12-2017, 00.29.21   #3725
Guisgard
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Il Cubo di Brazzen é un misterioso manufatto ritrovato agli inizi dell'900 durante alcuni scavi presso le antiche mura di Kapomzkoy, il nome con cui era nota l'odierna Capomazda City durante l'età del Bronzo.
Dove sorgevano la monumentale Porta dei Leoni, il protostorico accesso alla città ed il Circolo Funerario fu ritrovata un'ampia tomba a tumulo, al cui interno era conservato un sarcofago contenente diversi monili in bronzo, vasellame di ceramica ed armi appartenuti ad una casta di nobili guerrieri.
Oltre a ciò gli archeologi riportarono alla luce un arcaico manufatto in ossidiana vulcanica dalla forma quadrangolare ma realizzato con una originale tecnica prospettica che dava l'idea di una figura tridimensionale.
Sul manufatto erano incise diversi geroglifici.
Con la decifrazione del Lineare 3, ossia la lingua parlata nell'Impero Afragolignonese fino al Tardo Bronzo, fu poi possibile anche decifrare quei geroglifici.
Così gli studiosi furono in grado di dare un senso a ciò che era impresso sul Cubo di Brazzen.
Ciò che colpì era l'utilizzo di ossidiana vulcanica, materiale che non è presente nella piana Afragolignonese e che mai venne utilizzato da questa cultura nella sua storia millenaria.
Decifrati i geroglifici si ottennero parole di senso compiuto ma che restano tutte indipendenti fra loro.
A cosa serviva questo manufatto?
Era forse un codice segreto?
Un insieme di lettere simboliche?
Forse un sigillo nobiliare?
Se queste lettere appaiono sulla superficie A del manufatto, un misterioso disegno compare invece sull'altra faccia (superficie B).
Per qualcuno è un cerchio, le cui misure del raggio e della circonferenza potrebbero racchiudere le dimensioni della cinta muraria dell'antica Kapomazkoy.
Altri invece ritengono che il disegno raffiguri un corpo celeste, forse un pianeta in cui antichi miti e leggende facevano risiedere figure semidivine giunte eoni fa sulla Terra.
Infatti, a rinvigorire questa fantasiosa ipotesi, sono state ritrovate tracce di ferro nell'ossidiana vulcanica che costituisce il manufatto.
E nell'Età del Bronzo gli uomini non conoscevano il ferro.
Si sa però che spesso nel passato del ferro era giunto sul nostro pianeta grazie all'impatto di asteroidi (così gli storici, ad esempio, giustificano la presenza di armi di ferro, ritenute doni degli dei perché appunto giunte dal cielo, nell'Iliade di Omero, ambientata all'Età del Bronzo appunto).
Il manufatto deve per questo il suo nome, Brazzen, derivato appunto da quello del mitico e lontano pianeta.
Qualunque sua l'origine del manufatto e chiunque l'abbia realizzato, al di là della diverse ipotesi, il Cubo di Brazzen ancora oggi affascina per il mistero che nasconde ed attende di essere decifrato per poter così, forse, rivelarci l'enigma che cela da millenni.

S O L E
L U N A
S O R T E
V E N T O

E voi, dame e cavalieri di Camelot, sapete risolvere l'arcano del Cubo di Brazzen?
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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