Gwen si alzò e si avviò verso la porta guardando Elv, che ricambiò il suo sguardo fino a quando lei non lasciò la stanza, seguita dagli altri vampiri.
“Direi di andarcene subito da qui.” Disse Setto.
“Perchè?” Elv.
“Questa gente non mi piace.”
“Perchè?”
“Perchè vivono in modo strano e loro stessi sono strani.” Mormorò Setto. “Non vedi come sono pallidi?”
“In effetti questo palazzo sembra avere porte e finestre perennemente chiuse...” fece Elv “... ma non mi sembra un buon motivo per definirli strani... molti detestano il Sole... forse qualcuno di loro è malato e non può vedere la luce del giorno... esiste una patologia simile, sai?”
“Io però voglio andare via.”
“Calmati...” Elv a lui “... dobbiamo riposare ed anche i nostri cavalli... su, andiamo a stenderci in camera... e sii più rilassato, vecchio mio.”
Ed andarono a riposare.
Nikolaj li spiava, per poi riportare tutto alle altre e ad Ivan.
Quando raggiunse quel contadino, Altea gli parlò.
Lui allora sollevò il cappello, liberando gli occhi, guardandola con attenzione.
“Una Pieve...” disse “... non sono di queste parti, ma mi meraviglia che una donna si rechi in tal luogo con quella generosa scollatura...” fissandola con un sorriso beffardo “... volete forse tentare qualche eremita?” Ridendo.
Era giovane, forse troppo.