Interessante visione la vostra che potrei in parte condividere ma che mi sento, in questo caso, di pormi dalla parte opposta.
Di Cornwell mi piace lo stile asciutto, diretto e particolare che usa nell'esporci la sua visione delle cose; è una persona competente in materia quindi descrive attentamente i particolari rispettando l'epoca e contesto storico; non ho letto solo questa saga ed è per questo che ho preso a cuore questo scrittore, in quanto ha avuto la capacità di coinvolgermi. Ecco: questi sono i motivi per cui Cornwell è posto ai vertici della mia lista degli autori preferiti
A parte questa mia visione personale dell'autore, vi dico il perchè, invece, questa saga mi piace. A differenza vostra, Sir, mi è piaciuta perchè per la prima volta ho visto un (re) Artù uomo normale con i suoi limiti e le sue debolezze. Non che un "vero" re Artù non ne abbia avute: in qualsiasi forma letteraria esso sia stato messo per iscritto ne balzano all'occhio diverse (basti ricordare la sua prima e grande debolezza che lo ha portato poi alla sua sconfitta: la sua "collaborazione" alla creazione di colui che amerà/odierà, Mordred, non secondo il sorvolare sull'infedeltà della sua compagna). Ho visto un uomo normale, attorniato da uomini normali che vivevano/sopravvivevano in un contesto non facile, non circondati da alte mura che li proteggessero e non vestiti di armature splendenti. Insomma: per una volta ho apprezzato la storia di un uomo, Derfel, che raccontava della sua amicizia con una persona più carismaticha di altre e che aveva compiuto qualcosa di eccezionale senza aspettarsi alcun merito.
Fermo restando che io sono strettamente e fortemente legata alla tradizione arturiana raccontata da Malory...ma quella di Cornwell, permettetemi, è stata una dolce e "reale" deviazione del percorso