Elv era incredulo, quasi stordito nel fissare e ascoltare Gwen.
"Credo che il nostro eroe sia un pò confuso" disse il gatto alla sacerdotessa "quindi direi di portarlo in un posto più tranquillo." Guardò allora Elv. "Ehi, Spiderman dei poveri, che ne dici di darci un passaggio con la tua fuoriserie? Così potremo parlare tutti con molta più calma. E poi ci tengo a fare un giro in una Lamborghini."
"Assurdo..." Elv scuotendo la testa "... assurdo..." per poi ridacchiare "... devo essere ammattito." Scettico e incredulo. "Ok ok... andiamo via con la mia auto... e comunque, è una Ferrari, non una Lamborghini."
E tutti e tre lasciarono quel posto.
Fu un attimo, un istante.
Nella mente di Ardeas la luce esploso in tonalità infinite, vorticose fino a formare l'immagine di una fata.
In un primo momento Ardeas non comprese, non ricobbe quella donna.
"Chi..." disse agitato, come lottando contro il vento e contro il mare "... sei? Cosa vuoi da me?"
Lei gli parlò, gli penetrò nella mente, ma non riuscì a stabilire un contatto diretto, visto che l'uomo era come in balia di uno stupore senza fine.
Altea però potè leggre più in profondità nella sua mente e nel suo animo.
E lesse, vide e toccò qualcosa.
Di misterioso, oscuro, un terribile segreto.
Lui guardò ancora il volto di Altea, ora abbellito da un diadema di fiori rari, per poi perdere i sensi e svenire, proprio ai piedi della fata buona.