Discussione: Ardea de'Taddei
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 12-07-2010, 02.36.51   #210
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
ARDEA DE' TADDEI

“Se avesse con se qualche compagno
del suo valore, il fellone che ci molesta
se ne andrebbe sconfitto e coperto d’onta.”
(Chretien de Troyes, Ivano)


Il bosco appariva come un irreale angolo al di fuori del mondo.
La vegetazione era folta e selvaggia, dominando ogni porzione di quel chimerico luogo.
Un velo di perenne umidità pareva ricoprire ogni cosa, fissando l’intero scenario come in un immutabile attimo di eternità.
Ma ciò che colpiva e turbava Ardea, nell’attraversare quel bosco, era la totale mancanza di suoni.
Un bosco, per sinistro o misterioso che sia, è sempre attraversato da rumori, versi, echi.
Questo invece sembrava incantato.
Neanche il fiero passo del suo Arante sembrava provocare alcun rumore.
E man mano che penetrava in quello strano scenario, una viva inquietudine sorgeva nel suo cuore.
Ad un tratto il cavaliere sembrò cogliere qualcosa.
Un eco, una risonanza, una sensazione.
Qualsiasi cosa fosse, egli l’aveva avvertita in pieno.
Come se qualcosa avesse attraversato, per un istante, quel luogo.
Si voltò di scatto e per alcuni istanti fissò le cime degli alberi che si incontravano verso l’alto, negando quasi al cielo la possibilità di illuminare quel bosco.
Eppure niente sembrava mutato.
La stessa staticità, la stessa immobilità dominava quel luogo.
Continuò allora a percorrere quella stradina.
Ma poco dopo, di nuovo, sentì qualcosa.
Un qualcosa che echeggiava fin dentro il suo animo.
“Eppure” pensò “c’è qualcosa qui…”
Si guardò intorno, ma neanche stavolta vide nulla.
Ora pero l’ansia e l’inquietudine erano forti.
A tratti insopportabili.
Sentì allora un forte bisogno di scendere dal suo destriero e toccare terra.
Prese un pugno di terra nel suo guanto e se la fece scivolare fra le dita.
Era alla ricerca di qualcosa di concreto, di reale, di vivo.
Di qualcosa insomma che rendesse vero e tangibile quel bosco.
Restò così qualche istante, per poi riprendere il cammino.
La stradina era in cattive condizioni e ed un denso strato di melma la ricopriva.
L’umidità si avvertiva sempre più, lasciando tante goccioline sulla sua argentea corazza.
Ad un tratto la via si allargò sensibilmente.
Dava allora ad un piccolo dosso, dove anche i fitti alberi sembravano cedere un po’ più di spazio.
E appena vi fu sopra vide al centro del dosso una piccola cappellina.
Vi si avvicinò e scese da cavallo.
All’interno vi era un dipinto della Vergine con il Bambino.
Il cavaliere allora si inginocchiò e recitò delle preghiere.
Invocò poi la Santa Benedizione Divina su di sé e si segnò tre volte.
Si accorse allora di un piccola campana appesa accanto al dipinto.
La prese e la suonò con vigore.
In quel momento un alito di vento attraversò quel luogo, scuotendolo dall’irreale torpore che sembrava averlo dominato fino a quel momento.
Un attimo dopo si udirono alcuni decisi passi di cavallo.
Comparve allora, dall’altra parte del dosso, un robusto e massiccio cavaliere.
Una spessa ed ottonata corazza lo copriva totalmente ed una tunica di un turchese spento era avvolta sul suo grosso busto.
Il misterioso cavaliere teneva una lunga ed appuntita lancia con la mano destra, mentre con la sinistra portava un largo e poderoso scudo.
Era immobile, senza dire e fare nulla, fissando Ardea come la belva feroce fa con la sua preda poco prima di attaccarla.


(Continua...)
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso   Rispondi citando