Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 28-03-2011, 01.09.57   #62
Talia
Cittadino di Camelot
 
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Nelle terre di Sygma non si imparava a cavalcare per necessità o per piacere, nelle terre di Sygma cavalcare era un’arte; in passato nelle nostre terre erano stati allevati i cavalli più forti e più veloci, e i cavalieri più valorosi e abili erano da qui originari.
Il tempo aveva ormai indebolito in nostro dominio, i nostri confini si erano ristretti e la popolazione era diminuita... eppure nessun abitante di Sygma aveva perduto il suo amore per i cavalli e per l’arte di montarli.
Quel giorno ero uscita da sola... mi piaceva cavalcare sola, senza il fastidioso seguito del mio maestro o di qualche noioso lacché di mio padre, mi piaceva galoppare finché mi andava, saltare se volevo e fermarmi quando lo ritenevo opportuno. E quel giorno feci esattamente ciò che desideravo... così quando rientrai a palazzo ero stanca e accaldata, ma felice.
“Milady...” la voce sovreccitata del vecchio servo dei miei genitori mi raggiunse appena misi piede nel cortile “Milady... dove eravate? Vi ho cercata dappertutto!”
Mi voltai e gli sorrisi incuriosita.
“Milady, vostro padre ha espresso il desiderio di vedervi. Immediatamente!”
Il mio sorriso si allargò leggermente... lo rassicurai, così, che avrei immediatamente seguito l’ordine e mi precipitai su per la scala, diretta verso la sala in cui mio padre era solito dare udienza.
“Talia... entra!” disse mio padre, non appena ebbi bussato alla porta.
“Volevi vedermi, padre?” domandai, appena incuriosita, facendo qualche passo nella stanza.
Lui annuì, alzando gli occhi dallo spesso foglio di pergamena che teneva tra le mani e posandoli su di me.
Io avanzai ancora e mi sedetti di fronte a lui.
“Mi ha scritto l’arciduca di Capomazda...” esclamò lui ad un tratto “Un uomo saggio, in verità!”
Questa volta fui io ad annuire... ero sorpresa, infatti, poiché davvero pochi erano gli uomini che mio padre stimava, e inoltre continuavo a non capire per quale motivo mi avesse fatta chiamare...
E fu allora che lo notai.
Un ritratto era posato di traverso sul tavolo tra me e mio padre, vi posai gli occhi e lo scrutai per un istante... poi, quasi senza accorgermene, mi protesi e lo presi tra le mani, osservandolo con più attenzione... era il ritratto di un giovane uomo dall’aria fiera e spavalda, i cui occhi chiari mi fissavano con irriverente sfrontatezza.
“Chi è?” domandai, quasi a voce bassa, mentre un brivido inconsulto mi percorreva la schiena e il mio cuore accelerava vertiginosamente il battito.
“E’ il nipote dell’arciduca di Capomazda!” rispose, con un tono che in quel momento non colsi e che forse non sarei comunque riuscita ad interpretare nella giusta maniera...
Per un tempo indefinito rimasi con quel ritratto tra le mani, fissando quell’immagine con una strana sensazione che mi pervadeva...
Infine, ridestandomi da quella sorta di sogno ad occhi aperti, notai che mio padre ancora mi fissava...
“E’ meglio che vada!” dissi allora, balzando in piedi, agitata e dimentica che era stato lui a farmi chiamare...
“Sei di fretta?” chiese, in tono sornione.
“Ho la mia lezione tra poco...” mi giustificai.
“Capisco... dunque, non vuoi neanche dirmi come lo hai trovato? Se è di tuo gradimento?”
Per un istante rimasi immobile con gli occhi sgranati per la sorpresa... la ginocchia mi tremarono e il cuore perse alcuni battiti: “Come?” balbettai.
I suoi occhi sul mio volto sorrisero per un attimo, in un’espressione che mi parve tra il divertito e il compiaciuto... poi in fretta li riabbassò sulla pergamena che teneva in mano...
“Il nuovo cavallo delle nostre scuderie, dicevo!” soggiunse in tono forzatamente noncurante, accennando appena al mio abbigliamento “Sei uscita con quello, dico bene?”

Quel pensiero mi attraversò la mente in un lampo quando Icarius scese dalla carrozza e quegli occhi cristallini tornarono ad incrociare i miei... era stata la prima volta che avevo visto quegli occhi e quel volto, quella, e mai l’avrei dimenticata.
Per un istante rimasi immobile, con gli occhi fissi nei suoi... quegli occhi che riuscivano sempre a causarmi un tumulto di sensazioni...
Poi, lentamente, li abbassai in un leggero inchino.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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