Che dire?
Sono sempre più convinto che Lancillotto sia un'invenzione. Chrétien l'ha iniziato su richiesta della sua protettrice e non l'ha neppure finito lui; secondo me raccontava una subdola storia locale (cioè francese), come denuncia, secondo me, lo stile ironico (così mi dicono) dell'opera... Per quanto riguarda la Goodrich direi che l'interpretazione è molto stiracchiata e francamente io sono stufo delle interpretazioni degli statunitensi che devono per forza trovare una nuova verità, soprattutto quando si tratta della Storia e dei Miti altrui (non avendone di loro, né dell'una né degli altri). Se si impegnassero a recuperare la storia e i miti delle popolazioni che hanno annietato, sarei più contento (nonostante i dubbi sulla genuinità del risultato)...
Come ho già detto altrove, trovo molto più convincente la tesi di Mary Stewart che vede Bedwyr come personaggio originario (campione, ed amico, del Re e amante, platonico, della Regina) e Lancillotto come invenzione, appunto, che ne reinterpreta la parte in veste più romatico-cavalleresca e, aggiungo io, più vicina alle "inclinazioni" dell'animo umano.
Qui a Camelot sapete bene com'è facile creare nuove leggende, la differenza tra gli abitanti di Camelot e Chrétien risiede nella mancanza di appoggi altolocati per i primi, non certo nella bravura ad intessere storie avvincenti!
P.S. - anzi, magari aveva ragione la Bradley: Lancillotto era l'amante di Artù e non di Ginevra!... Che ne dite, Lady Mordred Inlè, mia signora?