“Non temete...” disse Daizer ad Elisabeth, per poi saltare giù dal carro con agilità “... in verità non vedo il motivo per cui si debba visitare quel palazzo...” prendendo per le redini i cavalli e spingendo il carro verso la staccionata che delimitava lo spiazzo di una locanda.
Legò allora i suoi cavalli e suonò poi una campanella che pendeva da un salice.
Un attimo dopo il locandiere uscì.
“Salute, signori.” Andando loro incontro. “Prego, entrate pure... mia moglie e le mie due figlie stanno scaldando il latte appena munto dalla nostra mucca e nel forno abbiamo calde focacce ormai pronte... penserò io ai vostri cavalli.”
Così, Elisabeth, Daizer, i due monaci e la bambina entrarono nella locanda e presero posto ad uno dei tavoli.
Ma proprio in quel momento si udì la campana del borgo suonare.
E a quel rintocco la ragazza, che stava sempre accanto ad Elisabeth, cominciò a tremare come intimorita da qualcosa.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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