I bracieri ardevano fra fumi colorati e sali cerimoniali, addensando la grande sala con profumi ed essenze di un tempo perduto.
Le fiamme proiettavano sulle colonne e sulle pareti dipinti la loro luce, che rendeva quasi animate le immagini e le figure in arcaiche danze di un mondo ormai remoto.
Una giovane donna, dai lunghi capelli covini, gli occhi scuri e luminosi, il volto tinto di un pallore che pareva accarezzare i suoi bellissimi lineamenti ed avvolta in un abito nero era inginocchiata davanti ad una statua, recitando indecifrabili litanie, come se volesse evocare un'antica e dimenticata divinità.
Un uomo dalla lunga tunica scura, scarno e dall'aspetto cupo entrò e si inginocchiò, attendendo che la donna terminasse la sua invocazione.
"Dimmi..." disse lei quando ebbe terminato "... notizie di milord?"
"No, madama." L'uomo. "Ma non temere, i nemici del nostro dio non potranno fargli nulla. Egli è troppo potente ed esperto per cadere sotto i colpi di quelle anime perdute."
Lei ascoltò n silenzio.
"Tuo marito..." aggiunse l'uomo "... ti sta aspettando fuori dal tempio, madama."
"Digli che lo raggiungerò più tardi." Lei a lui. "Non lascerò questo tempio sino a quando sua altezza non sarà tornato. E non dire nulla a mio marito. Non dirgli che mi hai vista qui."
Lui la guardò.
"Si, madama." Annuì. "Come tu desideri."
"Ora va." Mormorò lei. "Il tempo è giunto e il mondo scoprirà che il nostro dio non è un angelo caduto e neanche un demone. Allora la luce della sua oscurità illuminerà tutti noi e annienterà i nostri nemici. Va, lasciami pregare ancora la madre Lilith.
L'uomo andò via e la donna restò sola.
"Il tempo è giunto..." appea rimasta sola "... ci siamo nascosti per troppo tempo." Poi accarezzò una rosa nera che aveva nella mano, sorridendo lievemente.
La rimise sull'altare e tornò a guardare la statua davanti alla quale pregava.
Fine episodio
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