Discussione: Il Cavaliere Bianco
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Vecchio 21-05-2018, 17.38.39   #6
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il carrozzone avanzava pigro e cigolante, in uno stretto sterrato zigzagante segnato da profondi solchi, segno evidente che quello fosse uno dei pochissimi punti di circolazione per attraversare il fitto bosco.
La sera era ormai prossima, con un crepuscolo cobalto che già vedeva Venere splendente nel cielo d'Occidente.
“Si, direi di si...” disse Mery a Gwen guardando il cielo “... non credo che ci siano villaggi nei paraggi da raggiungere...”
“Ma sarà saggio passare qui la notte?” Chiese Aisha. “Rammentate cosa ha detto la vecchia mugnaia stamani? In queste terre imperversa una guerra secolare...”



La grande capitale, con le ciclopiche mura che a spirale racchiudevano il Corno di Platino, lungo i basamenti di granito fortificato su ogni lato da un maestoso barbacane.
Un nugolo infinito di pullulanti casette dai tetti di terracotta saliva fitto fino ai piedi dell'acropoli, dove giardini pendenti e lussureggianti circondavano il palazzo reale.
Il mercato era ancora gremito, con una vivace folla tra i banchetti, le botteghe ed i capannoni.
Tra questo baccano si aggirava Dacey appena giunta ad Afragolopolis, quando ad un tratto la gente cominciò a guardare il cielo.
Allora tra lo stupore generale qualcuno iniziò ad indicare qualcosa.
Una sorta di grande sfera che sembrava planare leggera al centro della sterminata piazza del mercato.



Lo strano marchingegno pieno di pulsanti, levette, racchiuso in una cassetta di legno ed avorio intarsiato.
Allora dallo specchio ovale incastonato sulla parte superiore cominciarono ad arrivare strani bagliori, poi un'immagine indefinita, un volto, una maschera.
Due occhi indefiniti, tra un blu enigmatico ed un grigio penetrante la fissavano da quella maschera.
“Miss...” disse con la voce bassa, calda, avvolgente, ammaliante, ipnotica “... eccellente... ottimo lavoro... anche questa missione siete riuscita a condurla in porto in modo perfetto... me ne compiaccio...” con un vago sorriso “... per questo mi sono preso la libertà di revocare le vostre meritate vacanze, Miss... infatti mi occorrete per un'altra missione... molto ma molto più importante... infinitamente più importante...”





L'aria era chiusa, opprimente, calda, quasi afosa a Serenica e nel palazzo reale, fra i bianchi e freddi marmi, la regnante Altea cercava ristoro e sollievo fra lo sventolio dei ventagli e la frescura di esotici elisir di frutta esotica.
Arrivò uno dei suoi eunuchi.
“Altezza serenissima...” disse inchinandosi “... è giunto il visir di Elamanda, una delle nostre città vassalle... è con la sua famiglia e qualche dignitario... chiede udienza urgente presso di voi, mia signora...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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