Discussione: Il nome della perla
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Vecchio 05-06-2018, 02.06.42   #528
Destresya
Cittadino di Camelot
 
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Destresya è sulla buona strada
La notte di Sant'Agata è buia e limpida, eppure costellata da stelle che sembrano un meraviglioso e perfetto dipinto della volontà celeste.
La carrozza avanza lenta e silenziosa, per la via che conduce alla città, non è il caso che io mi faccia vedere, non è il caso che la moltitudine di persone che anima questa bellissima cittadina venga a conoscenza del mio arrivo, ci spettegoli sopra o altro.
È un viale alberato a condurmi in città, resto a guardare fuori dalla piccola finestrella il panorama che si fa sempre più senza fiato.
Un ponte sospeso nel vuoto ci collega alla città, ma quello che vedo allora mi fa sgranare gli occhi dallo stupore.
Sant'Agata sembra una città sospesa, come se galleggiasse sulle nuvole, e l'enorme costone così ben visibile dal ponte dà proprio l'idea al visitatore che vi si addentri l'impressione di essere la porta per un altro mondo, un mondo fatto di misteri e sogni, di lune incantate, passeggiate di giovani amanti, gatti randagi, balconi fatti apposta per una serenata, ristorantini tipici e negozi che si svegliano solo quando il borgo è gremito di persone.
Un mondo bellissimo e affascinante, che ha bisogno del mio aiuto.
E io, sono qui per questo.
È da un po' che mi chiedo quando Sua Signoria si sarebbe rivolto a me.
La situazione, dopotutto, sta sfuggendo di mano, i morti continuano ad aumentare giorno dopo giorno, i lupi iniziano a scarseggiare, ed ogni cosa intorno a noi è velata di una foschia fatta di paura, inganno.
Perciò, quando mi sono vista recapitare quella lettera, non ho avuto alcun dubbio, dopotutto va sempre così.
Quando le cose si mettono male, entro in gioco io, l'ho fatto così tante volte, in così tante situazioni, che ho perso il conto. Davvero, una volta ero una servetta ingenua nel castello di un barone ribelle, l'altra volta la figlia adottiva di un ricco mercante che vendeva segretamente armi ai nostri nemici, o ancora una suora nel convento di Sant'Agnese per sgominare una banda di finti frati che si facevano beffe del luogo sacro per il loro tornaconto.
Insomma, ho avuto i ruoli più disparati negli anni, e devo ammettere che non amo particolarmente il periodo tra un incarico e l'altro, c'è una tale noia nella normalità che mi sento quasi prigioniera del mio stesso palazzo.
Le istruzioni che ho ricevuto questa volta sono molto chiare, e decisamente le più bizzarre che mi sia mai capitato di eseguire.
Alzo la testa nel vedere il portone severo in legno che contrasta con le finestre dalle tende accese e le risa, i gemiti, i sospiri e le urla giungono fino in strada.
"Direi che siamo arrivati!" sorrido al cocchiere, scendendo agilmente dalla carrozza.
"Fate portare i miei bagagli dentro.." dissi loro, con un leggero cenno della mano.
Devo entrare in quella parte, così particolare e nello stesso tempo così intrigante.
Mi sono sempre chiesta quali segreti confessano anche gli uomini più integerrimi dietro le mura di un bordello, e probabilmente il mio signore la sa lunga se mi ha mandato qui, dopotutto... E io, come sempre, non lo deluderò.
Entro nella sala a testa alta, so che mi stanno aspettando, mi è stato riferito che sarò la facoltosa matrona che ha recentemente rilevato l'attività per risollevarla, in tutti i sensi mi verrebbe da dire.
La scena che si apre davanti ai miei occhi dopo aver scostato le tende che circondano la grande sala è diversa da qualunque altra abbia mai veduto in tante missioni, nemmeno nelle più disparate.
Ha un che di eccitante e perverso, su cui però non è il momento di soffermarsi particolarmente, anche perchè mi ci dovrò abituare, ora che ci penso.
Ogni cosa a suo tempo.
In quell'istante la cosa più importante era iniziare a captare quello che si diceva intorno a me, la parola che si lasciava sfuggire un cacciatore ubriaco, un segreto lasciato sfuggire, un dettaglio che sfuggirebbe a chiunque fuorché a me.

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