Messere, ciò che ho scritto non è frutto di opinioni personali (io sono il primo a sperare nella veridicità storica di re Artù!), ma di ciò che la storia, l’archeologia e la filologia hanno accertato fino ad ora.
Purtroppo fino all’anno Mille non c’è una documentazione scritta nelle isole Britanniche e tutte le ipotesi che possiamo fare restano, almeno per ora, tali.
Del periodo risalente all’invasione dei Sassoni, degli Juti e degli Angli si sa ben poco.
Quel poco di civiltà che la Britannia conosceva lo doveva alla dominazione romana e andati via i romani, il tutto finì nel caos.
Voi citate Omero ma lo fate, perdonatemi, in modo improprio in questo caso.
I poemi omerici hanno sempre racchiuso una dimensione geografica e storica (infatti in età ellenistica furono redatti manuali di geografia e storia su questi poemi. Basti ricordare il celebre “Catalogo della Navi”) e la stessa cosa non si può dire dell’opere di Goffredo di Monmouth.
Non solo Shliemann, ma anche Arthur Evans si rifece ad Omero nelle sue celebre campagne a Creta.
Ma, nonostante tutto, noi sognatori non smettiamo di credere riguardo ad Artù che “fu re in passato e sarà re in futuro!”