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Vecchio 11-06-2012, 19.26.30   #17
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Chissà perchè, ma l'Estate da piccolo non mi è mai parsa afosa.
I soleggiati e azzurri pomeriggi di quei giorni senza più la scuola mi apparivano straordinariamente lunghi, colorati, vivi e pronti a divenire palcoscenico e scenario di infiniti giochi ispirati ad un libro assegnatoci dalla maestra da finire durante le vacanze estive, ad un film scoperto per caso alla tv o all'ultimo cartone animato giapponese arrivato da noi.
Talvolta era poi un argomento di storia o di letteratura fatto in classe a colpire la nostra immaginazione.
Già, l'immaginazione di un bambino.
Credo che poche cose siano così straordinaria a questo mondo.
Perchè?
Forse perchè i bambini credono ciecamente che tutti i loro sogni siano possibili e allora quello che agli adulti appare un semplice gioco, per loro invece è solo l'inizio di un qualcosa di più grande.
Chi vorrà dunque seguirci in questa storia dovrà chiudere gli occhi ed immaginare di tornare bambino.
Perchè, come io credo, i grandi eroi dei romanzi vivono e realizzano ciò che noi sognavamo da piccoli...

La scuola era finita da diversi giorni e la Santa Rita era ormeggiata in un verdeggiante molo nella baia di Virgenmagra, tra le Antille e Las Anas.
Il Sole picchiava forte, ma fortunatamente era un caldo asciutto.
La ciurma attendeva sul ponte il suo capitano, mentre una varietà di individui attraversava la banchina, trasportando frutti esotici, tabacco, tè, sandalo ed ebano.
Ad un tratto un ragazzino arrivò correndo, salì di corsa le scale di ferro della piattabanda, che aveva prestato la sua ruggine all'immaginazione di quei ragazzi che ne avevano fatto salsedine e si presentò a tutti loro.
“Alla buon'ora, capitano Guisgard!” Disse uno di quelli nel vederlo.
Il nuovo arrivato sorrise e mostrò un vistoso inchino.
“Quando salpiamo?” Domandò un altro. “Ormai l'ammiragliato olandese ci sarà addosso, capitano.”
“No, erano gli spagnoli a darci la caccia!” Fece un altro.
“No, gli spagnoli sono cattolici!” Lo corresse uno dei ragazzini. “Sono gli inglesi i nostri mortali nemici. Diglielo anche tu, Guis.”
Guisgard sorrise nuovamente e saltò sulla ringhiera, fingendo di trovarsi a prua della sontuosa Santa Rita.
“Dimenticate il governatore e le giacche dei guardiamarina di sua maestà.” Disse. “Dimenticatevi i mari del Sud e la baia di Virgenmagra. Niente più tè, né rum e pappagalli da portare in spalla.”
“Ma come?” Fissandolo uno di quelli. “Non giochiamo più ai pirati?”
“Per giocare ai pirati” fece Guisgard “bisogna essere nei Caraibi, tra palme al vento, onde di corallo e dobloni che il mare lascia talvolta sulla sabbia dorata... vedete qualcosa di simile attorno a voi?”
Tutti loro si guardarono intorno e non videro più la lussureggiante vegetazione caraibica, né quella gente che affollava il molo.
E sull'albero maestro della Santa Rita non sventolava più la bandiera del teschio.
“A cosa si gioca allora?” Chiese un ragazzino.
“Oggi farò di voi dei cacciatori di tesori!” Esclamò Guisgard, per poi mostrare a tutti loro un libro.
“Che libro è?”
“E' un libro magico” rispose Guisgard “scritto da un grande poeta. Parla di un Tesoro straordinario e noi oggi partiremo per cercarlo.”
Tutti esultarono a quelle parole.
“Sempre a bordo della Santa Rita?”
“Ovvio!” Annuì Guisgard.
“Di che Tesoro si tratta?”
“Un forziere carico di monete?”
“Una lampada magica?”
“Una spada incastrata nella roccia?”
“No, amici miei...” fissandoli Guisgard “... partiremo alla ricerca di un Qualcosa di unico, di magico, di meraviglioso... un Fiore!”
“Un Fiore?” Ripeterono stupiti tutti loro.
Lui annuì e sorrise.
“Ma non è un Fiore qualunque...” fece lui “... no, immaginate una chiave capace di aprire la porta di una stanza sempre chiusa... o un flauto in grado di lasciare una dolce melodia anche se chi lo suona non sa adoperarlo... immaginate una moneta d'oro che si spende eppure non si esaurisce mai... immaginate, insomma, Qualcosa capace di far realizzare il vostro sogno più grande.”
“E cercheremo quel Fiore per mare?”
“I fiori si cercano nei prati, nei boschi o alle pendici di colline e monti.”
“E noi” disse Guisgard “lo cercheremo per cielo, per mare e per terra allora! Ora guardate qui...” e mostrò loro un piccolo sacchetto di plastica.
“Che cos'è?”
“Qui dentro” fece Guisgard “sono conservati dei semi... l'ho comprato prima di venire qui. Ho scelto a caso e quindi nemmeno io so quale Fiore spunterà... ecco perchè la nostra avventura sarà magica!”
“Cosa faremo?”
“Ora pianteremo questi semi in un vaso” rispose lui “e lo nasconderemo nel vecchio cantiere abbandonato... e poi comincerà la nostra avventura. E solo alla fine scopriremo di che Fiore si tratta!”
Tutti acclamarono quell'idea.
I ragazzini corsero allora a nascondere il vaso nel cantiere abbandonato e si prepararono per la loro nuova ed entusiasmante avventura.
“A cosa giocate?” Domandò avvicinandosi a loro una ragazzina.
“Stiamo cercando un Tesoro.” Rispose Guisgard. “Tu chi sei? Non ti ho mai vista giocare qui intorno.”
“Mi chiamo Alya.” Sorridendo lei. “La scuola è finita da pochi giorni ed ora i miei genitori mi permettono di uscire a giocare.”
“Io mi chiamo Guisgard.”
“Che Tesoro cercate?”
“Forse ti sembrerà strano” disse lui “ma il nostro Tesoro è un Fiore... il Fiore Azzurro.”
“Perchè strano?” Fissandolo lei. “Io adoro i fiori. Sai che a casa abbiamo un piccolo giardino dove ho piantato pochi giorni fa dei bellissimi fiori? Posso giocare con voi?”
“Certo.” annuendo Guisgard.
“Cos'ha di speciale quel Fiore?”
“Quando lo troveremo” disse Guisgard “lo saprai. Sei pronta per giocare?”
“Chi sarò?” Chiese lei.
“Dimmi tu...” fece lui.
“Vorrei...” sussurrò lei “... vorrei essere me stessa, ma in un mondo di sogno... vedere posti sconosciuti eppure reali... sentirmi in un libro o in un film... e... oh, sto parlando troppo, vero?”
“No, affatto.” Sorridendo Guisgard. “Su, andiamo, la Santa Rita sta per salpare!”
“E' la tua nave?” Domandò lei. “Cerchiamo un Fiore per mare?”
“Non sai” disse lui “che le cose più preziose nascono e crescono dove nessuno immagina? Su, dammi la mano... sta per cominciare il nostro viaggio!”
Lei sorrise e diede la sua mano a Guisgard.
Passarono così caldi giorni di un'Estate fatta di avventure e sogni.
Videro luoghi magici ed esotici, gotici ed enigmatici, indefiniti e sognanti.
La Santa Rita attraversava le soleggiate mattinate e i freschi pomeriggi, fino a condurre il suo equipaggio nel fatato scintillio delle sere estive, fra stelle cadenti e canti di grilli.
E una mattina, come ogni giorno, Guisgard appena sveglio raggiunse la sua ciurma ma trovò tutti i suoi amici sconsolati ad attenderlo.
“Cosa accade?”
“Guis...” fece uno di quelli “... hanno ripreso i lavori al cantiere e non ci è più permesso di andare a giocare lì...”
“E il Fiore che abbiamo seminato?” Chiese lui.
Nessuno rispose.
Guisgard allora corse verso il cantiere.
Di nascosto riuscì ad intrufolarsi e raggiungere il luogo dove aveva nascosto il suo Fiore.
Ma il vaso dove era stato piantato non c'era più.
Probabilmente l'avevano tolto i muratori quando il cantiere aveva riaperto.
Ad un tratto tutto mutò.
Quel cantiere, che fino al giorno prima era stato la selvaggia ed ancestrale selva di Turingia, ora tornava ad essere una casa in costruzione, mentre la Santa Rita aveva tirato su le vele e fatto calare l'ancora in mare.
Il cielo si velò e cominciò a piovere.
E le navi non salpano con il mare in burrasca.
Solo verso il tardo pomeriggio il cielo tornò ad aprirsi e l'aria a farsi asciutta.
Guisgard era sulla via di casa quando una voce lo chiamò.
“Alya, cosa ci fai qui?”
“Ti ho cercato per tutto il pomeriggio...” disse lei “... ho visto il cantiere e...”
“Già.”
“Ora la nostra avventura non continuerà?” Fissandolo lei. “Non cercherai più quel Fiore?”
“Non tutti possono trovarlo...” mormorò lui “... quel Fiore non è per tutti...”
“E' vero, non è per tutti...” sorridendo lei “... ma tu non sei tutti, tu sei Guisgard...”
Lui la fissò sorpreso.
“Sai, ti avevo portato un regalo, ma ora mi sento sciocca...” fece lei “... si, insomma... tu sarai ancora deluso per il gioco interrotto...”
“Dai, ti prego...” disse lui “... quale regalo?”
“E' una sciocchezza...”
“Si, è una sciocchezza continuare a chiamarlo una sciocchezza.”
“Davvero?” Sorridendo lei.
Lui annuì.
“Beh...” fece lei “... ricordi il mio giardino? E quei fiori piantati giorni fa? Ecco, stamani sono fioriti ed io nel vederli ho pensato a te...”
“Davvero?”
“Si... e ne ho colto uno per te...” e diede a Guisgard il fiore “... pensi... si, insomma... pensi che potrà colmare la delusione per aver smarrito il Fiore che cercavi?”
“E' bellissimo...” prendendolo lui “... bellissimo...” poi sorrise “... sai, Alya... il Fiore Azzurro cresce spontaneo... non dove vogliono gli uomini... forse per questo solo in pochi riescono a trovarlo e poi a coglierlo...”
“Ora devo andare...” sussurrò lei “... ma, se ti interessa, domattina tornerò qui per giocare ancora... vuoi?”
“Certo!” Esclamò lui. “E ti condurrò in un posto speciale!”
“Guarda che me ne ricorderò!” Sorridendo lei. “Ora vado... a domani...” gli lasciò un tenero bacio e corse via.
“A domani...” sussurrò lui “... a domani, se Dio vorrà...”
E restò a fissare quel fiore, confidandogli tutti i suoi sogni che vedeva riflessi in ogni suo petalo.
Quelli erano i sogni del Primo Cavaliere e quel fiore, naturalmente, era la sua meravigliosa margherita.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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