Discussione: Il Giglio Verde
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Vecchio 02-09-2011, 14.49.04   #97
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
L’uomo con la maschera entrò in scena.
La maschera era variopinta, con un grosso naso e copriva buona parte del volto, lasciando liberi solo bocca e mento.
Indossava un lungo mantello, un basco piumato ed una spada che pendeva dal suo cinturone.
“Dite…” fece con tono grave verso Arlecchino.
“Chi io, mansieur?”
“Si, voi. Dite, avete visto una graziosa fanciulla?”
“Ecco, io…”
“Si, voi?”
“Si, l’ho veduta…”
“E dite, era sola?”
“Ehm…”
“Era sola?” Chiese di nuovo l’uomo mascherato.
“Forse… del resto chi può dire se siamo soli o accompagnati? La vita è come attraversare una piazza gremita e fra tanti volti solo qualcuno ci resta davvero impresso e…”
“Tagliate corto o vi taglio la gola, gaglioffo!” Ringhiò lo spadaccino mascherato.
“Pietà, io non so che dire!” Piagnucolò Arlecchino. “Erano insieme…”
“Chi?”
“La ragazza, Combina mi pare si chiami, insieme ad un giovane ufficiale dai modi romantici…”
“Ah, canaglia di un soldato!” Urlò l’uomo mascherato.
E corse via.
In quel momento entrò Essien nei panni di Pantalone.
“Cosa accade qui?” Chiese ad Arlecchino ancora tutto tremante.
“Quell’uomo…”
“E’ forse folle?”
“Peggio!” Esclamò Arlecchino. “E’ malato!”
“E’ grave?”
“Si, malato di una ferita che non si rimargina!”
“E’ ferito dunque?” Domandò Pantalone.
“Si, mortalmente, al cuore!” Sbottò Arlecchino. “Ama la bella e dolce Colombina, ma ella ha occhi solo per il bel capitano di Florence!”
“Accipicchia!” Esclamò Pantalone. “Fra tutti i mali di certo l’amore, quando è vero, è quello da cui non si guarisce mai!”
Nel frattempo, dietro il sipario, Talia e Renart discutevano proprio del misterioso uomo dalla maschera variopinta.
“Mah… non saprei…” fece Renart osservandolo “… non mi intendo molto di uomini, preferisco le donne!” E rise di gusto. “Da quel che so si è unito alla compagnia poco prima di me, ma, da quel che vedo, il padrone lo tratta come se fossero amici da sempre. Mah, strani questi attori…”
“Proprio stasera il padrone ci parlerà di lui.” Disse Tissier ai due ragazzi, appena sbucato dalle quinte di quell’improvvisato teatro. “Almeno così credo. Altrimenti perché organizzare una cena, come ha detto lui stesso, speciale?”
“Colombina, tocca a te!” Chiamo Essien. “Entra in scena col tuo monologo alla Luna, mentre qualcuno ti osserva nel buio della notte!”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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