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Vecchio 17-01-2012, 22.59.58   #174
Chantal
Cittadino di Camelot
 
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Chantal sarà presto famosoChantal sarà presto famoso
Quei tristi e drammatici momenti di concitazione apparvero come un improvviso fulmine a spezzare la penombra della notte.
Colui che era sopraggiunto,pur rimanendo ferito a sua volta,diede le seguenti disposizioni:

“Statemi a sentire… siamo una banda di fuggitivi… eravamo in sei, ma poi quei tre gentiluomini che abbiamo accoppato hanno avuto la pessima idea di tradirci… li abbiamo seguiti e ci siamo vendicati… non abbiamo intenzione di farvi del male, a meno che non siate voi due a costringerci… resteremo qui fino a quando là fuori la situazione tornerà più tranquilla… così da permetterci di fuggire via…” si voltò poi verso i suoi compari “… Monty… cerca in giardino o nei dintorni… dobbiamo trovare l’oro che quei tre cani ci hanno sottratto… l’avranno di certo sotterrato qui intorno… Haro…” chiamando l’altro “… va insieme a questa gentile signora” indicando la governante di Chantal “e tornate qui con l’occorrente per medicare la mia ferita…” fissò poi la donna “… badate di non fare scherzi… o la ragazza ci rimetterà la pelle…” indicando Chantal.
La governante annuì, per poi seguire Haro.

E mentre la ragazza vedeva allontanarsi la governante questa lanciò uno sguardo di intesa a Chantal,come a volerle infondere un po' di coraggio e a suggerirle di non compiere imprudenze..
L governante,però,pur assecondando l'uomo,s'accorse che la ragazza era visibilmente sconvolta dall'accaduto,ma non potè reagire,forse anche per tentare di tutelarla.

Chantal,infatti,era scossa,sconvolta.Pallida in viso,tremava tutta,tremava da non reggersi sulle gambe.Si chinò,e lentamente si poggiò sulle gnocchia lasciando che le braccia le cadessero lungo la figura,come prive di vitalità.
Non aveva mai visto morire un uomo,soprattutto non aveva mai assistito a tanta violenza.
E tre uomini erano stati miserabilmente uccisi in casa sua.la casa che ella aveva visto sempre radiosa di luce e amore.
Ora le appariva fredda,come avvolta in una coltre di gelo.
Il gelo che cala con la morte.
Quella visione le aveva tolto il senno,per un momento si sentì come vuota,con l'anima percossa e il corpo gelato.
E gli occhi fissi nella penombra come se ancora stessero guardando quellimmagine di sangue e lotta.
Era tanto sconvolta,aveva gli occhi sgranati e il cuore come interrotto,come stretto nell'acciaio.
Ai suoi occhi si affacciarono le lacrime che piano presero a rigarle le guance,fino a scivolare dal mento.Calde le lacrome sul gelido viso.
I suoi occhi affogarono in quelle lacrime al punto da costringerla a chiuderli,le facevano male come male le faceva la morte,comunque fosse sopraggiunta.
Stringendo le palpebre si compose la figura di suo padre.
E un ricordo tanto dolce quanto infarcito di amara verità la sopraggiunse..

"Padre,lo avete fatto ancora?"
"Si,piccola mia.Si.Anche i cavalieri pagano un prezzo.Un prezzo a Dio."
"Come poteti dire questo?Non si uccide in nome di Dio,ma si impartisce la grazia."
"Chantal,tu sei così giovane..seguire la causa della verità e della giustizia pur in nome di Dio comporta uccidere,talvolta.."
"Oh,padre.Ho paura,ho paura.E se accadesse di non risultare vincitore?Non voglio pensarlo!Vincerete sempre,promettetelo!"Portandosi le mani agli occhi e scuotendo il capo la ragazza.
"Chantal,cara..un cavaliere non vince,ma perde se trancia con la spada la vita di un suo simile.."Facendosi più cupo l'uomo.
La ragazza gli si adagiò allora tra le braccia cercando un tenero abbraccio,e l'uomo la strinse forte,accarezzandole la scheina ed i capelli mentre lei invocava protezione posando il viso sul petto forte e muscoloso del padre..
"Vorrei che non doveste farlo più.Che nessun uomo fosse costretto a farlo.Neppure per difendersi."
"Lo vorrei anche io,e prego perchè un giorno si possa non ricorrere più alla forza del gladio,ma ragni pace e amore nel mondo che ti vedrà sua gemma."Le rispose l'uomo continuando a tenerla stretta ed ad accarezzarla con dolcezza.
"E ti prometto,piccola mia,"continuò"tu non assisterai mai ad una cosa così terribile,perchè io ci sarò sempre a difendere i tuoi teneri occhi affinchè non vedano mai cosa sia uccidere.."
La ragazza,allora,sollevò il capo per guardare negli occhi il padre,e le lacrime presero ad inumidirli,scivolando sulla pelle come perle di fiume ,l'uomo le sollevò così il mento con la punta delle dita per rassicurarla,e con amabile sorriso le disse:"E poi,c'è la Regina della Pace a proteggermi.Anche io prego,sai?"
E Chantal riuscì a donargli un accennato sorriso rincuorato di fiducia..



Un ricordo di quando era piccina.
Un ricordo di quando aspettava impaziente e col cuore che le batteva la figura di suo padre che si affacciasse all'orizzonte,mentre il sole morente allungava la sua ombra fino a lei,come a permetterle di averlo vicino in tempo più breve.
E la regina della Pace.
Si,il padre le rivolgeva le sue preghiere,le sue speranze,e Chantal lo aveva immaginato molte volte inginocchiato ai piedi della Vergine a invocare forza e rettitudine..

Fu costretta ad ingoiare,improvvisamente,come se quel ricordo le fosse affioraro alle labbra come acqua che rinfranca.
Strinse gli occhi,lasciando che le lacrime si raccogliessero in rivoli che scivolarono fono alle sue mani.
Erano congiunte le sue mani.E quel tocco delle lacrime, così caldo sulle raggelate dita intrecciate ,la scossero riportandola a quella triste realtà divenuta uno scenario di sangue nella sua casa.
Vide gli uomini tentare di posizionare i cadaveri in strategichi nascondigli.
Come avevano potuto uccidere?
Come?Eppure,dicevano essere una banda,quindi affiatati l'un l'altro,simili.
E dicevano di essere fuggitivi..
Chantal si ritrovò immersa in quella infelice e cruenta realtà,e non potè sfuggirle,neanche rifugiandosi nel suo ricordo.
Aveva ancora le mani congiunte,ed ancora adagiata sulle sue ginocchia quando una voce la attraversò come un tuono impetuoso nei pensieri a spezzarle il ricordo.

Ora, io e voi resteremo qui buoni buoni…” disse Vayvet a Chantal “… in attesa del loro ritorno… è tanto che non parlo con una donna… come vi chiamate?” Fissando la ragazza.

Chantal esitò a rispondere.Da qualche parte,dentro di lei,s'era rifugiata la voce,come se non riuscisse ad emettere i suoni che le percuotevano le tempie senza liberarsi dalle corde.
Vide l'uomo che la fissava,come ad attendere la sua risposta.
E vide suo padre,i cui occhi la esortavano ad avere coraggio perchè anche lui,ora,aveva bisogno di lei.
Dunque,la ragazza da qualche parte raccolse le poche forze e,tentando di sollevarsi in piedi,disgiungendo le mani ed asciugandosi le guance con le dita emise un flebile respiro,quasi un impercettibile sospiro di invocazione,e rispose all'uomo:"Il mio nome.Esso non ha importanza alcuna.."Poi inspirò l'aria aspra dell'acre odore del sangue,e come ridestatasi per quel sapore così terribile proseguì:"Da chiunque o qualunque cosa siate in fuga,la nostra casa non è per la morte,ma per la pietà.Che Dio abbia pietà di voi e dei vostri compagni,messere."
Riiscì a guardarlo negli occhi,forse neppure sapeva come fosse stata capace di raccogliere quelle parole,ma gli occhi del padre,evocati nel desiderio di raggiungerli,le infondevano una forza inattesa che destava stupore in lei stessa.
"Lasciate che la mia governante vi curi e vi bendi la vostra ferita."Posando gli occhi sulla lacerazione."E permettetemi di raggiungere mio padre.Egli sta molto male e chiede di me.."
Poi,si portò un poco più vicina all'uomo ferito.
Chantal non è connesso