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Vecchio 10-10-2010, 01.39.23   #46
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
"Che caratterino!" Disse sorridendo Belvan. "Si vede che le donne di Camelot hanno una tempra degna della fama dei cavalieri di queste terre!"
Ma la Llamrei si era già allontanata, raggiungendo la sua amica Elisabeth.
"Capitano, è tutto pronto per la partenza." Lo avvertì uno dei suoi cavalieri. "Attendiamo solo i vostri ordini."
"Bene, partiamo allora!"
E finalmente la compagnia partì da Camelot.
La grande strada che tagliava la campagna prima ed il bosco poi, si mostrava davanti a loro fino a perdersi nello sterminato orizzonte.
Come la mitica nave di Ulisse, ricolma di eroi, quella compagnia vagava verso una terra lontana e sconosciuta, sotto stelle misteriose e protetta da oscure ritualità e tradizioni di antichissima data.
Ma i nostri eroi non sembravano turbati o avviliti dai misteri che dominavano Cartignone.
Il viaggio fu lungo, ma non troppo faticoso.
E dopo alcuni giorni di cammino, finalmente, la compagnia avvistò le alte torri di Cartignone.
La città era avvolta da una maestosa foresta, sede di antiche leggende pagane.
E le sue alte e maestose mura non sembravano in grado di proteggerla da un qualcosa di arcano che sembrava davvero dimorare in quei luoghi.
E mentre i nostri eroi percorrevano la strada che conduceva in città, notarono per le campagne, quasi con un'ossessiva frequenza regolare, innumerevoli croci, quasi come se fossero messe per scacciare qualcosa di molto temuto dalla gente del posto.
"Non vi sembra strano?" Chiese uno dei cavalieri. "Tutte queste croci... come se fossero antichi miliari per segnare la strada..."
"Non credo che queste croci fungessero da segni per indicare la distanza..." disse un altro cavaliere.
"Non vi è nulla di strano..." intervenne uno dei tre chierici "... se nel mondo sorgessero più croci, molti dei suoi mali sarebbero scacciati."
Poco dopo, finalmente, la compagnia raggiunse le mura di Cartignone.
Giunta davanti alla maestosa porta, alcune guardie si fecero avanti.
"Siamo gli uomini mandati da sua grazia il vescovo, come il vostro signore ben sa." Disse Belvan a quelle sentinelle.
"Bene, recatevi allora al palazzo reale... sua altezza vi stava aspettando da tempo..."
E varcata la grande porta, la compagnia raggiunse il palazzo.
Per le strade la gente osservava con vivo interesse e stupore quel corteo.
Qualcuno lo scrutava con sospetto, altri si prostravano in senso di rispetto, ma non solo.
Nei loro occhi c'era quasi una celata preghiera, un'invocazione.
"Questa gente sembra avere qualcosa di misterioso racchiuso nei propri occhi..." mormorò uno dei cavalieri a Belvan.
"Non so..." rispose questi "... io direi che hanno... hanno paura... e su questo ti dò ragione... niente infatti è più misterioso della paura..."
E finalmente arrivarono davanti al palazzo reale.
Qui, una volta riconosciuti, furono fatti entrare ed accolti come il loro lignaggio richiedeva.
Alcune guardie poi li condussero davanti al principe Frigoros, signore di Cartignone.
L'uomo li attendeva seduto sul suo regale seggio, mentre al suo fianco si trovava il suo primo e più importante consigliere, il chierico Guxio.
"Onore a voi, altezza." Prese a dire uno dei chierici della compagnia. "Sua grazia il vescovo vi invia i suoi saluti... insieme a questa valente compagnia d'eroi."
"Siate i benvebuti a Cartignone, nobili amici..." li salutò il vecchio principe "... mi rallegra che abbiate generosamente risposto alla nostra invocazione d'aiuto. Ma non vi tratterrò oltre... sarete stanchi e converseremo stasera. Ho già disposto comodi alloggi per tutti voi."
Così, tutti i nostri eroi furono fatti alloggiare in degne stanze così disposti:
Llamrei ed Elisabeth, essendo donne, e Morven e Cavaliere25 essendo invece uomini.
Il riposo però non per tutti fu sereno.
Belvan infatti non riusciva a togliersi dalla mente tutti quei crocifissi, che come un'ossessione, aveva visto sorgere sulla strada che conduceva a Cartignone.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 10-10-2010 alle ore 01.47.01.
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